Raddusa. Gli agricoltori s'incontrano sulla crisi dell'annata agraria per mancanza di piogge

  • di Redazione Il Solidale
  • 23 mag 2024
  • LAVORO

Raddusa. Gli agricoltori s'incontrano sulla crisi dell'annata agraria per mancanza di piogge

Raddusa. Ubicata nell’assolato entroterra siciliano, agli estremi confini del vasto territorio provinciale, Raddusa, è stata ufficialmente battezzata, “Città del Grano e Principale Granaio della Sicilia” perché nelle sue colline si produce un grano duro di ottima qualità, che fino ad un tempo non molto lontano era il più ricercato dai più rinomati pastifici italiani. Quest’anno il settore cerealicolo di Raddusa registra una crisi disastrosa che mette in serio pericolo l’intera economia della “Città del Grano”. Tutti i cerealicoltori del luogo sono davvero molto preoccupati per il mancato arrivo delle piogge. A Raddusa e dintorni non piove ormai da troppo tempo e questo ha già compromesso il raccolto relativo alla stagione agricola 2023/2024. La disperazione dei cerealicoltori raddusani è facilmente riscontrabile nella sede dell’associazione di piazza Vittorio Emanuele, da sempre punto d’incontro dei numerosi agricoltori locali per lo scambio di opinioni e vedute. Noi, ci siamo recati presso la sede associativa e ne abbiamo incontrato un folto gruppo animatamente impegnato ad esaminare la drammatica situazione attuale. “Ai problemi per la mancanza degli interventi a sostegno dell’agricoltura ed a quegli altri relativi alla provenienza del grano che arriva dall’Ucraina, dal Canada, dal Messico e dagli altri paesi esteri che ha un prezzo molto più basso rispetto al nostro perché in quelle zone i costi per la produzione sono irrisori – hanno detto in coro tutti loro -  si aggiunge, quest’anno, anche il problema determinato dalle condizioni metereologiche, che hanno fatto registrare temperature da record  già dai mesi di febbraio e marzo, e contemporaneamente la mancanza di quelle piogge necessarie per la crescita delle piantine cerealicole. Qui non piove ormai da quasi un anno e la nostra terra già brucia come il fuoco. Continuando così noi tutti saremo costretti a chiudere i battenti e cercare un’altra strada per mantenere le nostre famiglie”. Comunque, già da parecchio tempo gli agricoltori, tramite i loro rappresentanti di categoria, hanno rappresentato i loro gravi problemi agli Organi dei Governi Regionale e Nazionale e sperano che presto vengano varate le disposizioni  atte a risolvere lo scottante problema altrimenti molti di loro si sono detti pronti ad abbandonare i terreni e chiudere le aziende. (Francesco Grassia)