Raddusa. Restaurato l'organo a canne che si trova all’interno della Chiesa Madre
- di Redazione Il Solidale
- 4 giu 2024
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Raddusa. Dopo essere stato restaurato in tutte le sue parti essenziali, ad opera della ditta che fa capo ai fratelli Cimino di Aragona, l’organo a canne, costruito nel 1869 (come dimostrato da una targhetta autentica fissata nelle struttura interna dell’organo stesso) dai Fratelli Giovanni a Pasquale Platania di Acireale, e da loro stessi collocato all’interno della Chiesa Madre di Raddusa, che al tempo era dedicata all’Immacolata Concezione ma che, da qualche anno, è dedicata a San Giuseppe, Patrono della città. Dopo il restauro, conclusosi nel mese di ottobre del 2020, era ritornato nella sua sede originaria dove però, per oltre un anno, è rimasto in letargo nell’attesa che qualcuno lo facesse suonare. Il primo a suonarlo, in occasione dell’inaugurazione, avvenuta nella serata del 14 dicembre 2021, è stato il Maestro Diego Cannizzaro, docente nel Centro Organistico di Caltanissetta, che si è esibì in un concerto alla presenza di un pubblico molto numeroso che affollava la chiesa in ogni ordine di posti. Poi, in varie occasioni della Festa del Santo Patrono San Giuseppe, tornò a suonare ad opera del noto organista Giuseppe Sanfilippo intervenuto da Catania. Ora che, come pare, abbia cominciato ad essere suonato dal maestro Raffaele Federico, creatore e curatore del Coro Polifonico Parrocchiale, sicuramente riconquisterà quel ruolo di primo piano che un tempo ricopriva nella musica sacra e nella liturgia ecclesiastica. L’organo a canne, che da 160 anni esiste nell’arredamento dell’antica Chiesa Madre di Raddusa, è uno strumento musicale che appartiene alla famiglia degli “aerofoni”. Anticamente veniva suonato pigiando le dita su di una tastiera multipla e pedalando con i piedi su di una pedaliera posta in basso. Oggi, invece, dopo l’avvenuto restauro, viene suonato pigiando sugli appositi tasti elettronici creati per trasmettere al sistema le musiche impartite dal maestro suonatore. Il suono viene prodotto da un sistema di canne metalliche di grandezza e di lunghezza variabili secondo la nota e il timbro che esse devono riprodurre. La storia ci racconta che l’invenzione dell’organo a canne risale al 275 a.C. ad opera degli antichi egiziani. Successivamente è stato adottato da diversi popoli di diverse culture. Ma prima però di essere stato scelto come strumento privilegiato all’interno delle numerose chiese europee d’impronta cristiana, è stato grande protagonista in diversissime funzioni, nel mondo antico ellenico, bizantino, romano e medievale. Successivamente poi, per la sua valenza musicale è diventato di moda nel mondo cristiano e, di conseguenza, è stato installato in moltissime chiese cattoliche e quindi pure nella chiesa di Raddusa. La cronaca informa che l’organo più grande esistente al mondo, anche se oggi non è del tutto funzionante, è quello che trova posto all’interno della Boardwalk Hall di Atlantic City, che è poco più grande dell’organo Silbermann sito a Strasburgo nella chiesa di San Tommaso, ma quello ubicato nella chiesa di Raddusa, anche se non è tra quelli più grandi del mondo è sempre un grande organo che ha un immenso valore artistico. A sorpresa, il 2 giugno scorso, alla conclusione della festività del Corpus Domini, celebrata dalla comunità parrocchiale e officiata dal parroco Don Mauro Ciurca, l’organo è tornato a suonare e, con le sue note ha accompagnato i canti di alcuni componenti del Coro Polifonico.
Nella foto il maestro Raffaele Federico, al centro, con alcuni componenti del Coro. (Francesco Grassia)