Ospedale di Caltagirone. Nuova terapia con anticorpo monoclonale per l’emicrania

  • di Redazione Il Solidale
  • 2 dic 2024
  • CRONACA

Ospedale di Caltagirone. Nuova terapia con anticorpo monoclonale per l’emicrania
(Salvo Cona) Caltagirone. Nuova terapia con anticorpo monoclonale all’Ospedale di Caltagirone. Si tratta dell’Eptinezumab, il primo anticorpo monoclonale anti-CGRP autorizzato dall’Agenzia Italiana del farmaco, praticato per via endovenosa. Le prime somministrazioni già in estate presso il Centro Cefalee dell’UOC di Neurologia, diretta da Alessandro Pulvirenti, fra i primi centri regionali a dispensare il farmaco. Significativo il miglioramento della qualità di vita dei pazienti.
«Offriamo nuove opportunità di salute ai cittadini e contribuiamo ad uniformare i livelli assistenziali specialistici sul territorio provinciale - afferma il direttore generale dell’Asp di Catania, Giuseppe Laganga Senzio -. Un risultato importante conseguito grazie al percorso di crescita professionale e assistenziale condiviso e sostenuto dalla Direzione Aziendale».
Secondo i dati diffusi dall’Organizzazione mondiale della sanità, l’emicrania, chiamata anche mal di testa, colpisce una persona su due, con episodi che si verificano almeno una volta l’anno. La patologia riguarda anche e soprattutto le fasce più giovani della popolazione con prevalenza sul sesso femminile. Nel nostro Paese sono 6 milioni le persone che soffrono di emicrania, ossia il 12% della popolazione.
«Siamo orgogliosi di poter offrire ai pazienti questa nuova opportunità di cura - sottolinea il direttore sanitario, Giuseppe Angelo Reina - che contribuisce a garantire una sanità di qualità, efficace e prossima ai cittadini. Penso, quindi, non solo alla riduzione della mobilità passiva dei pazienti verso altri centri dispensatori, ma anche alla riduzione dei costi sociali connessi alla patologia e al miglioramento della qualità di vita dei pazienti che non hanno più la necessità di spostarsi lontani dal proprio luogo di residenza per ricevere le cure».
Il Centro Cefalee dell’Ospedale di Caltagirone, di cui è responsabile Simonetta Incardona, dirigente neurologo, risponde ai bisogni di salute di un bacino d’utenza di oltre 200 mila abitanti. L’emicrania è una patologia fortemente invalidante per il paziente. Le ricadute sono rilevanti anche sul Servizio sanitario nazionale e sulla comunità (costi operativi e organizzativi direttamente ricollegabili alla patologia, spese per visite mediche e esami diagnostici, acquisto di farmaci, perdita di giornate lavorative, ridotta efficienza produttiva, tempo richiesto per la gestione della malattia e sottratto ad attività extra-lavorative…). Spesso chi soffre di emicrania si affida a terapie antidolorifiche, anche fai da te, senza un preciso razionale terapeutico.
Nel 2020 il Centro Cefalee calatino è stato inserito dall’Assessorato regionale alla Salute fra i Centri prescrittori degli anticorpi monoclonali per le cefalee. Nei percorsi intraospedalieri il Servizio collabora, inoltre, con le altre Unità Operative per la definizione di profili diagnostici e terapeutici multispecialistici e integrati, grazie al coordinamento della Direzione medica del Presidio, diretta da Giacoma Di Martino.
«La terapia target eseguita negli anni - spiega Pulvirenti - è stata rappresentata da tre anticorpi (Erenumab, Fremanezumab, Galcanezumab) da praticare una volta al mese con iniezione sottocutanea. Con l’Eptinezumab cambia non solo la modalità si somministrazione, che avviene con infusione endovenosa, ma anche i tempi della somministrazione, che coprono l’arco di tre mesi. La terapia va effettuata rigorosamente in ambiente ospedaliero».
«Il meccanismo di azione di questo nuovo farmaco si basa sulla neutralizzazione del CGRP, la molecola coinvolta nella genesi del dolore emicranico - aggiunge Incardona -. Gli studi hanno dimostrato la sicurezza e l’efficacia di questa nuova terapia, osservando la riduzione degli attacchi dolorosi di cefalea e il miglioramento della qualità di vita dei pazienti».
Non tutti i pazienti con cefalea sono candidabili alla nuova terapia. Occorre un preciso iter diagnostico-terapeutico, eseguito presso l’UOC di Neurologia, secondo il rigoroso imprinting definito dalle linee guida dell’Assessorato regionale alla Salute.