Niscemi. Posa di una pietra d’inciampo della FIDAPA al Belvedere dedicata ai deportati niscemesi nei campi di concentramento nazisti
- di Redazione Il Solidale
- 28 gen 2025
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Niscemi. La Vigilia della ricorrenza della Giornata Internazionale della Memoria dedicata alle vittime dell’Olocausto, è stata caratterizzata in città dalla posa di una pietra d’inciampo all’ingresso del Belvedere che la Fidapa di Niscemi di cui è presidente l’avvocato Lucia Spata, ha volturo dedicare alla memoria dei niscemesi deportati nei campi di sterminio nazisti.
Presenti alla cerimonia il sindaco Massimiliano Conti, l’assessore alla cultura Marianna Avila, le socie della Fidapa ed anche i parenti dei tre niscemesi che vennero deportati nei campi di sterminio nazisti, ovvero il figlio di Francesco Buccheri, la figlia di Francesco Maugeri ed il figlio di Salvatore Di Dio Cafiso, i quali hanno reso una testimonianza diretta dell’orrenda esperienza vissuta dai genitori.
Sono stati ricordati per l’occasione anche i nomi di altri deportati niscemesi, quali Alfonso Tizza, Giovanni Nisi e Giuseppe Vicari.
La presidente della Fidapa Lucia Spata, ha ricordato nel suo intervento che il giorno della Memoria non è solo un atto di commemorazione che ricorda i milioni di persone che hanno perso la vita nei campi di concentramento nazisti, ma anche un invito a costruire con una cultura della pace una società che non permetta mai più che simili tragedie possano nuovamente verificarsi.
“Un atto fondamentale,”ha aggiunto la presidente della Fidapa Lucia Spata, “che preserva la memoria storica e che mantiene vivo il ricordo delle vittime, affinché non vengano dimenticate.
Riflettere sugli orrori del passato deve insegnare a riconoscere ed a combattere con fermezza i segnali di intolleranza, della discriminazione e dell’odio”.
Anche il sindaco Massimiliano Conti nel suo intervento ha ringraziato la Fidapa per la lodevole iniziativa.
“Un ricordo”, ha detto il sindaco Massimiliano Conti, “che non è ancora lontano come testimoniano i familiari dei nostri niscemesi che vennero internati in quei campi della follia.
Il ricordo” ha concluso il primo cittadino”, deve servire a gettare le basi per un cambiamento e miglioramento della nostra società”. (Alberto Drago)