Il messaggio dell’arcivescovo di Catania, Luigi Renna, dal titolo LA PAROLA DEL VESCOVO - Miracolo sociale a San Cristoforo segni di speranza (Domenica 2 marzo 2025, "Avvenire")
- di Redazione Il Solidale
- 10 mar 2025
- OPINIONI
Catania. Il messaggio dell’arcivescovo di Catania, Luigi Renna, pubblicato Domenica 2 marzo 2025, su "Avvenire" (Catania) dal titolo LA PAROLA DEL VESCOVO Miracolo sociale a San Cristoforo segni di speranza DI LUIGI RENNA :
"Sono ormai circa due mesi che uno sguardo pieno di speranza ha puntato gli occhi sul quartiere San Cristoforo, da quando cioè l’Amministrazione Comunale di Catania e tante forze buone della Città, tenute insieme dal Cantiere per Catania, stanno esprimendo una progettualità ricca di proposte. Fin dall’inizio è stato naturale il riferimento al “decreto Caivano”, ma evidentemente se il provvedimento ha la stessa forma legislativa, diversi tra loro sono i territori destinatari di questa “cura per lo sviluppo” voluta fortemente da questo Governo. Il territorio fa la differenza… San Cristoforo è un quartiere storico, con chiese, oratori, scuole, attività commerciali tradizionali, ma con tanto degrado strutturale e della vita sociale. Per quello che ci riguarda strettamente, è la zona dove insistono antiche parrocchie di Catania ed un oratorio salesiano “storico”, quello di Santa Maria de La Salette. Ma non bastano le parrocchie e l’oratorio… Ci vuole molto di più. Su quali priorità scommettere, considerando che le risorse non sono illimitate? La progettualità delle istituzioni e l’apporto dei cittadini con il Cantiere per Catania, sono chiamati a fare un discernimento che lascerà il segno per i prossimi decenni. La questione delle strutture è importante, ma non può essere l’unica: il quartiere Librino insegna! Il bene di una comunità passa sempre attraverso la responsabilizzazione della persona: occorrono i luoghi e le opportunità perché essi funzionino. Quanti spazi di incontro e cultura come le biblioteche e le ludoteche sono chiusi, ad esempio, perché non c’è personale a gestirne l’uso! È un lavoro immane, ma Catania ha questa opportunità unica che non può sprecare. Né bisogna lasciarsi bloccare da altri modelli: la serietà dell’analisi che ho trovato nel documento “Assieme per Catania”, non è un semplice elenco di proposte, ma il frutto di attenta analisi, come una vera diagnosi per curare il malato, che non è un quartiere, ma una parte della nostra Città. Vorrei che non si perda di vista questo: la città di Catania non è un agglomerato di zone indipendenti tra di loro, ma una comunità che interagisce: ciò è più evidente per i disagi che da una zona si trasferiscono ad un’altra. Ma può essere anche il contrario: l’osmosi può essere quella di risorse economiche ma anche di dialogo, di risorse culturali, di persone che già operano nell’ambito delle istituzioni e del volontariato. Riusciremo a pensarci come una Città anche quando ci prenderemo cura di un solo quartiere? All’inizio di questa Quaresima che inizia nel segno della conversione alla speranza, sentiamo che prendersi cura della Città è un’opera grande di carità: è quell’amore politico che non si ferma alla buona azione, ma crea le condizioni in cui la carità diventi giustizia, opportunità per tutti".
"Sono ormai circa due mesi che uno sguardo pieno di speranza ha puntato gli occhi sul quartiere San Cristoforo, da quando cioè l’Amministrazione Comunale di Catania e tante forze buone della Città, tenute insieme dal Cantiere per Catania, stanno esprimendo una progettualità ricca di proposte. Fin dall’inizio è stato naturale il riferimento al “decreto Caivano”, ma evidentemente se il provvedimento ha la stessa forma legislativa, diversi tra loro sono i territori destinatari di questa “cura per lo sviluppo” voluta fortemente da questo Governo. Il territorio fa la differenza… San Cristoforo è un quartiere storico, con chiese, oratori, scuole, attività commerciali tradizionali, ma con tanto degrado strutturale e della vita sociale. Per quello che ci riguarda strettamente, è la zona dove insistono antiche parrocchie di Catania ed un oratorio salesiano “storico”, quello di Santa Maria de La Salette. Ma non bastano le parrocchie e l’oratorio… Ci vuole molto di più. Su quali priorità scommettere, considerando che le risorse non sono illimitate? La progettualità delle istituzioni e l’apporto dei cittadini con il Cantiere per Catania, sono chiamati a fare un discernimento che lascerà il segno per i prossimi decenni. La questione delle strutture è importante, ma non può essere l’unica: il quartiere Librino insegna! Il bene di una comunità passa sempre attraverso la responsabilizzazione della persona: occorrono i luoghi e le opportunità perché essi funzionino. Quanti spazi di incontro e cultura come le biblioteche e le ludoteche sono chiusi, ad esempio, perché non c’è personale a gestirne l’uso! È un lavoro immane, ma Catania ha questa opportunità unica che non può sprecare. Né bisogna lasciarsi bloccare da altri modelli: la serietà dell’analisi che ho trovato nel documento “Assieme per Catania”, non è un semplice elenco di proposte, ma il frutto di attenta analisi, come una vera diagnosi per curare il malato, che non è un quartiere, ma una parte della nostra Città. Vorrei che non si perda di vista questo: la città di Catania non è un agglomerato di zone indipendenti tra di loro, ma una comunità che interagisce: ciò è più evidente per i disagi che da una zona si trasferiscono ad un’altra. Ma può essere anche il contrario: l’osmosi può essere quella di risorse economiche ma anche di dialogo, di risorse culturali, di persone che già operano nell’ambito delle istituzioni e del volontariato. Riusciremo a pensarci come una Città anche quando ci prenderemo cura di un solo quartiere? All’inizio di questa Quaresima che inizia nel segno della conversione alla speranza, sentiamo che prendersi cura della Città è un’opera grande di carità: è quell’amore politico che non si ferma alla buona azione, ma crea le condizioni in cui la carità diventi giustizia, opportunità per tutti".