Nicola Bonanno:"La mia gestione oculata porterà benefici alla città"

  • di Redazione Il Solidale
  • 9 lug 2015
  • CRONACA

Nicola Bonanno:"La mia gestione oculata porterà benefici alla città"

Caltagirone. Quando le viene detto dal preside Pignataro che lei ha acconsentito ai favori della politica cambiando 20 assessori, cosa risponde? “C’è da precisare una cosa fondamentale. Gli assessori si sono dimessi non li ho cambiati di certo io, l’unica mia azione è stata quella di azzerare una giunta nel momento in cui ho visto che c’era una crisi interna che scaturì durante una assemblea comunale e a quel punto si delinearono condizioni particolari, si era già dimesso anche l’assessore Favara. Per il resto gli altri assessori si sono dimessi tutti per motivi personali compreso lo stesso Favara, anzi la nomina di Piazza delineava la libertà assoluta, non credo che questo avvicendamento normale di assessori sia da attribuire a nessun tipo di assecondamento ad altri soggetti, anzi denominava la libertà di cambiamento. Tra l’altro vorrei precisare che non c’è stato nessun “Yes Man” anzi sono state tutte persone valide, chi è stato definito padre padrone non è stato di certo Bonanno ma qualcun altro”.
Sul dissesto? “Quando mi sono insediato - continua Bonanno - ho fatto fare un’analisi ad un professionista esterno che ha valutato i conti. L’effettivo debito era di 52 milioni di euro verso i fornitori, ma prima di arrivare a questo i consiglieri di sinistra si sono mossi in maniera forte con il presidente della regione Crocetta per bloccare il dissesto, ma lo stesso Crocetta ha inviato a Caltagirone l’ispettore Petralia per verificare se le procedure erano corrette. Io personalmente fermai la delibera, in attesa che l’ispettore completasse il lavoro e di certo l’ispettore non era stato scelto da me. Al termine delle verifiche lo stesso ispettore conclude la relazione dicendo ‘Per quanto sopra riportato, dopo 30 giorni di ispezione, si ritiene inevitabile anche per evitare ulteriori danni all’ente e alla collettività perfezionare le procedure per la dichiarazione di dissesto finanziario ‘ Petralia quindi, da me non conosciuto, e voluto dai consiglieri di sinistra, confermava che bisognava perfezionare le procedure di dissesto”.
“Due ditte - prosegue - la Kalat Ambiente e la Lucente si sono opposte al dissesto. Il ricorso al Tar è stato perso da entrambe e anche al Cga, la Kalat, ha avuto esito negativo. La stessa Kalat Ambiente era creditrice di 8 milioni di euro e lo stesso preside Pignataro, consigliere della Kalat, è strano che non si sia mai accorto di niente. La mia amministrazione, invece, con la nuova Kalat Srr ha preteso un taglio netto della gestione, ora alla luce dei fatti sono stati indagati l’ex presidente della Kalat Ambiente insieme a qualche altro tecnico, io mi chiedevo come fosse possibile non creare mai utile. In tutto questo abbiamo anche eliminato gli assegni ad personam, e oggi ci sono dei rinviati a giudizi a dimostrazione che nella precedente gestione c’era qualcosa di poco chiaro”.


Altra questione calda il bilancio 2012 non dichiarato: “Quando ci siamo insediati noi il rendiconto 2011 non era ancora approvato ed è una cosa assurda, noi lo abbiamo approvato nel novembre 2012 ma avrebbero dovuto farlo loro, invece per il bilancio 2012 una volta dichiarato il dissesto rientra per legge nel bilancio riequilibrato. L’amministrazione Pignataro ci ha fatto trovare dei mutui mensili che si aggiravano sui 345 mila euro e di conseguenza la banca ogni mese doveva prima accantonare i 345 mila euro e poi metteva a disposizione un centesimo, queste sono carenze sulla loro gestione”.
“Grazie alla nostra competenza noi abbiamo fatto a meno della banca. Sarebbe bello che il preside Pignataro ci dicesse dove sono finito i soldi per l’area Artigianale Mazzone, 508 mila euro prelevati a dicembre del 2011 che erano fondi vincolati, visto che poi noi nel 2014 abbiamo dovuto ricostituire questi fondi, la stessa cosa vale per i lavori di Palazzo Libertini soldi vincolati, circa 600 mila euro, prelevati anche quelli nell’anno 2011 e sarebbe interessante sapere per cosa sono stati utilizzati dal Preside Pignataro visto che noi siamo stati costretti a ricostituirli con fondi nostri nel 2014 per rimetterli nei fondi vincolati per la ristrutturazione di Palazzo Libertini. Abbiamo preso più di 1 milione dei fondi nostri che potevano essere utilizzati per stipendi ai dipendenti e altro”.
Sulla questione riguardante la Piscina Comunale? “Parliamo del bando 2011, si è presentata solo una ditta, la CSTI, con un ribasso dell’1% se lo era aggiudicato per 120mila euro iva compresa all’anno che venivano dati dal comune per una durata di 15 anni, situazione chiaramente anomala, se consideriamo che questi signori hanno già la gestione da più di 20 anni e stiamo parlando di una cifra vicina a quasi 3 milioni di euro. Noi li abbiamo chiamati per un incontri con la presenza anche dell’assessore Marta Bellissima però dopo a sorpresa sono scesi in piazza e hanno scioperato. Il bando era da rivedere perché non era possibile dare 120 mila euro all’anno e avere una spesa del genere. Poi anche una grossa anomalia visto che la CSTI non pagava l’acqua nè alla Sie e nè al comune, dove lo stesso comune vantava delle somme sino al 2008 e la Sie era creditrice di quasi 100 mila euro dal 2008 in poi e di conseguenza qualsiasi ente di controllo avrebbe trovato anomalo che il comune dava soldi per la gestione di un bene comunale ad una ditta ma allo stesso tempo vantava dei soldi dalla stessa ditta. Oggi c’è una causa in corso con avvocati che procederanno per la rescissione del contratto. Credo che parecchi soci della CSTI siano stati stimolati per andare contro la mia amministrazione comunale. Avevamo anche chiesto bilanci ufficiali alla ditta che non ci sono mai stati consegnati”.

Sull’organizzazione delle feste comunali? “Lì abbiamo tolto dei privilegi per pochi anche per la gestione delle feste dove c’era un soggetto che organizzava le manifestazione e prendeva decine e decine di migliaia di euro e proprio lì invece “casualmente” tutte le fatture erano pagate regolarmente, noi stranamente siamo riusciti a fare la festa di San Giacomo con “soli” 126 mila euro e invece nel 2011 l’amministrazione Pignataro ha speso 950 mila euro e nel 2010 circa 750 mila euro e questi sono dati ufficiali, noi ribadisco nel 2014 abbiamo speso 126 mila euro e nell’anno precedente circa 200 mila euro, e la professionalità in tema contabile fa capire anche di quanto si possono abbassare le spese”.
Piano di dimensionamento della scuola? “Sul piano di dimensionamento noi abbiamo applicato una politica democratica confrontandoci con tutte le componenti presidi, insegnanti e famiglie e non come si faceva prima dove c’era una persona che faceva il piano costringendo le famiglie ad accettare solo quello”.
Su una sua ricandidatura? “Ci potrebbe essere la voglia anche perché il lavoro non è stato fatto in 5 anni, faccio un esempio se io ho 5 ore per fare un compito l’insegnante non può ritirarmi il compito dopo sole 3 ore, quindi concretamente noi stavano già lavorando e gli ultimi due anni sarebbero stati fatti per un risanamento effettivo del bilancio, abbiamo risollevato una situazione dopo 20 anni di fumo negli occhi, spero che la gente non voglia tornare al passato per continuare nell’opera di distruzione della città. Posso dire che intanto osservo cosa succederà ma allo stesso tempo credo che sia giusto che mi venga data l’opportunità di completare il mio percorso”.
Pignataro afferma che lei ha consegnato al commissario un buco di 10 milioni in tre anni: “Non esiste nessun buco di 10 milioni. Noi abbiamo pagato i fornitori con uno strumento del governo, a disposizione negli anni 2012 e 2013, con mutui per i pagamenti dei fornitori delle pubbliche amministrazioni messi in ordinamento della cassa depositi e prestiti. Le somme che devono entrare sono superiori ai 10 milioni tra varie Imu e Tasi. L’unica certezza ce la da l’organismo di liquidazione nominato dal Ministero, visto che per gli anni precedenti alla dichiarazione del dissesto ha accettato 52 milioni di euro di debito. C’è poco da fare filosofia perché i numeri non sono filosofia ma sono numeri ed è bene che li faccia chi di numeri ne capisce”.
Sul ricorso da presentare dopo la sfiducia? “Ho deciso - conclude Bonanno – di non fare più il ricorso. A differenza di altri, non sono attaccato alla poltrona”. Pascal Desiato