Libri e letture. "L'esistenza solitaria dei numeri primi" di Paolo Giordano
- di Redazione Il Solidale
- 22 apr 2025
- OPINIONI

Santa Domenica Vittoria. Scritto da Paolo Giordano, il libro la Solitudine dei numeri primi è uno dei libri più profondi e affascinanti della contemporaneità. Vincitore di un Premio Strega e del Campiello opera prima, la sua fama precede ogni tipo di presentazione o recensione.
Ciò che colpisce del romanzo è la minuziosa descrizione dei personaggi, descritti dall’autore con un crescendo di dettagli e emozioni sempre più in profondità, fino a scavare all’interno delle loro anime. I protagonisti sono due adolescenti sull’orlo della depressione, che vivono in solitudine le loro esistenze e che la gente comune considera bizzarri, perseguitati sin da piccoli dai bulli. Il ragazzino protagonista soffre per la sua omosessualità che non riesce a rivelare, suo padre è assente ed entrambi sono cresciuti in famiglie disfunzionali.
Il filo conduttore del libro sono le storie dei protagonisti, Mattia e Alice, che scorrono in parallelo. Lui è un genio in matematica, ma ha difficoltà ad instaurare relazioni. Lei, invece, odia la scuola, ha un disturbo dell’alimentazione e non sopporta suo padre. Le loro esistenze sono tormentate e disarmoniche sin dall’adolescenza.
L’opera racconta anche la storia di Michela, sorella gemella di Mattia e affetta da un ritardo mentale. I personaggi descritti, anche quelli secondari, vivono esistenze che si evolvono e s’intrecciano con quelle dei protagonisti.
Le loro vite ricordano i numeri primi perché sono vite parallele, sono vicine ma sono destinate a non incontrarsi mai e a rimanere in solitudine. Nonostante ciò, si avvicinano, si sfiorano ma non si toccano mai, si conoscono ma non si frequentano, si cercano, ma non si trovano, se non per qualche sporadica casualità.
Come ci descrive magistralmente l’autore, I Numeri primi sono divisibili soltanto per 1 e per se stessi. Se ne stanno al loro posto nell’infinita serie dei numeri naturali, schiacciati come tutti fra due, ma un passo in là rispetto agli altri. Sono numeri sospettosi e solitari e per questo Mattia li trovava meravigliosi. Certe volte pensava che in quella sequenza ci fossero finiti per sbaglio, che vi fossero rimasti intrappolati come perline infilate in una collana. Altre volte, invece, sospettava che anche a loro sarebbe piaciuto essere come tutti, solo dei numeri qualunque, ma che per qualche motivo non ne fossero capaci.
Ed è proprio l’incapacità di vivere insieme agli altri è ciò che accomuna tutti i personaggi del libro, perennemente disadattati e distanti dalla società, troppo chiusi nel loro mondo da non aver tempo di far entrare l’amore o l’amicizia nelle loro vite. Delle vite volontariamente solitarie e vuote, come le loro anime, segnate da traumi e sofferenze che ne hanno influenzato indelebilmente le loro identità. E la nostra società rifiuta queste anime, troppo complesse e pensanti per essere accettate o perlomeno capite. (Eva Casella)