L'editoriale del direttore Elio Pariota: "Il marchio di fabbrica dell'immigrazione"
- di Redazione Il Solidale
- 7 mag 2016
Diciamolo chiaro e tondo: dei mestieri di una volta – soprattutto se logoranti – gli italiani non ne vogliono sapere. Anzi, preferiscono che siano gli immigrati ad occuparsene. E’ il destino delle società post-industriali, nelle quali si produce una disoccupazione anche volontaria generata da legittime aspettative che il mercato non riesce ad assorbire. Tutto sommato si tratta di storia antica e, in parte, scontata.
La conferma emerge da uno studio elaborato dalla Fondazione Moressa a proposito della natalità e della mortalità delle imprese. Sentite un po’: dal 2011 le aziende con titolare di origine straniera sono cresciute del 21,3%, mentre quelle italiane sono scese del 2,6%. Non è finita; perché le 550mila imprese condotte da immigrati contribuiscono con 96 miliardi di euro al 6,7% della ricchezza nazionale.Siamo al dunque. L’imprenditoria straniera, soprattutto in ambito artigianale, rappresenta un segmento non più trascurabile del pil italiano. Occorre prenderne atto. Urlare “dagli all’immigrato” servirà solo a complicarci l’esistenza.
LEGGI E COMMENTA SU:
http://www.mypegaso.it/