LA GRANDE CONTRADDIZIONE!!
- di Redazione Il Solidale
- 12 lug 2015
- CRONACA
Catania. Per una volta consentiteci di stare dalla parte del senatore del Movimento cinque Stelle Giarrusso, che, ormai da settimane, chiede a gran voce le dimissioni del presidente della commissione antimafia dell’Ars, on Nello Musumeci. L’ex presidente della Provincia regionale di Catania è finito in un vortice di polemiche per via della sua partecipazione alla commemorazione del magistrato trucidato da Cosa Nostra Giovanni Falcone, tenutasi nella sua città natia di Militello Val di Catania. Ciò che ha suscitato indignazione e al contempo ha acceso le dovute attenzioni dei media, è stata la presenza tra gli organizzatori della ricorrenza del presidente della Consulta giovanile comunale Marco Scinardo, figlio di Mario Giuseppe Scinardo condannato a 12 anni di reclusione per mafia, reo, come ha sottolineato il procuratore di Catania Giovanni Salvi, di “avere ospitato nelle sue tenute Pietro Rampulla, esecutore materiale della strage di Capaci”, nella quale morirono, appunto, il giudice Falcone, Francesca Morvillo e gli uomini della sua scorta. Un bel pasticcio per l’on Musumeci, il quale ha ribattuto alle accuse del pentastellato Giarrusso sostenendo, come ha dichiarato ad un noto quotidiano regionale, che il “problema della inopportunità andava affrontato da altri soggetti”. Ci sembra che Musumeci abbia accampato una difesa figlia più dell’imbarazzo che della sua stessa convinzione, dal momento che un politico, in una terra così “disgraziata” come la Sicilia, debba preventivamente valutare ciò che è opportuno da ciò che non lo è, a maggior ragione se si conoscono fin troppo bene i personaggi e soprattutto il contesto in cui si va. Viviamo in una terra che ha avuto esponenti delle istituzioni, delle forze dell’ordine, del clero e liberi cittadini caduti sotto i colpi feroci di un’ideologia della “morte”(cit. Giovanni Paolo II) e gli scivoloni, seppur in buona fede, non possono e non debbano essere ammessi. Per natura non siamo mai stati iscritti al partito dei “professionisti dell’antimafia”, anzi crediamo anche al processo di ravvedimento e redenzione della persona, ma riteniamo che la società debba fare di tutto per creare attorno alla memoria delle vittime una barriera di anticorpi con le istituzioni che rivestano il ruolo di “primo” filtro sociale. Le dimissioni chieste da Giarrusso a Musumeci, riteniamo, che non abbiano una motivazione elettorale - giacché nessuno dei novanta figli d’Ercole è disposto a perdere lo scranno dopo la riforma che abbassa i parlamentari eletti da 90 a 70- ma d’opportunità in un’isola dove non possono essere più ammesse leggerezze. Rs