L'editoriale del direttore Elio Pariota: "La rinuncia britannica"
- di Redazione Il Solidale
- 25 giu 2016
Brexit poteva essere, Brexit è stata. Il popolo britannico ha rinunciato al progetto europeo e ha scelto di correre (o rallentare) da solo, orgoglioso della propria insularità e della propria identità culturale. Ho l’impressione che il voto inglese e quello gallese – giacché Londra, sempre meno britannica e sempre più città-Stato, la Scozia e il Nord-Irlanda si sono viceversa schierate a favore della permanenza nell’UE – sia partorito più dalla paura che dalla convinzione.
La paura di essere contaminati culturalmente e impoveriti economicamente da flussi migratori fuori controllo che minano pensioni e sistema sanitario in primis. Per non parlare dei lacci e lacciuoli imposti dai burocrati di Bruxelles e di una leadership di Berlino dura da digerire. A dirla tutta il Regno Unito d’ora in poi sarà sempre meno unito, stretto tra l’incudine di una sterlina indebolita e il martello di antiche forze centrifughe (scozzesi che ora minacciano di uscire dalla GB e irlandesi che intendono promuovere un referendum sulla riunificazione) che da domani avranno più di un motivo per incalzare il futuro Premier londinese.
La patria della moderna democrazia rappresentativa, il Paese che ha dato all’Occidente la sua lingua franca, che si è schierato con i suoi alleati nelle più cruente guerre degli ultimi secoli contro le dittature, appare ripiegato su se stesso, in preda ad angosce e a rigurgiti nazionalisti. L’Europa ha molto da espiare; perde un pezzo importante del puzzle ed è obbligata a metter fine alla propria miopia politica. Dovrà farlo alla svelta, perché il popolo bussa alla sua porta esigendo risposte. L’ora della resa dei conti va facendosi drammaticamente vicina.
LEGGI E COMMENTA SU:
http://www.mypegaso.it/