L'editoriale del direttore Elio Pariota: "L'incubo turco per lo Zio Sam"
- di Redazione Il Solidale
- 24 lug 2016
- OPINIONI
Le cronache raccontano di una Istanbul semideserta, dove i democratici, i liberali, l’intellighenzia sembrano spariti. Il giro di vite di Erdogan contro i presunti golpisti è feroce. Lo smantellamento della repubblica laica e l’islamizzazione della Mezzaluna getta un’ombra sinistra anche sul futuro delle donne, apostrofate nelle strade da uomini baffuti e “invitate” a mettere il velo. Ma ciò che toglie il sonno agli Stati Uniti è ben altro.
L’incubo ricorrente è una Turchia proiettata ad Est, aperta al mondo arabo musulmano e verso l’Iran con il quale mantiene ottimi rapporti commerciali e politici. Senza contare che l’eventuale espulsione dalla Nato – per ora prontamente smentita dal Dipartimento di Stato americano in omaggio alla migliore stagione di realpolitik – spingerebbe il Paese tra le braccia della Russia, quella Russia che con l’abbattimento di Saddam Hussein gli USA avevano cercato di emarginare in Medio Oriente.
L’eventuale asse Ankara-Mosca-Teheran è molto più di un’ipotesi remota; e certificherebbe in modo netto il fallimento della politica estera a stelle e strisce degli ultimi decenni. Ecco perché Donald Trump fa breccia nell’opinione pubblica. Dipingendo un’America stretta tra crimine, immigrazione, crisi economica e declino mondiale, tocca il nervo debole del cittadino medio. E ne riscopre l’intima vulnerabilità.
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