Il Terzo Settore al servizio del bene comune
- di Redazione Il Solidale
- 22 lug 2015
- SOCIALE
Mineo. L’approccio al mondo del lavoro dei soggetti svantaggiati rappresenta uno dei problemi di difficile soluzione per i Servizi sociali dei comuni italiani, i quali sono chiamati quotidianamente a fronteggiare sia la mancanza di risorse economiche che l’aumento esponenziale di famiglia con un reddito largamente al di sotto della soglia di povertà. Le risposte a tale problema, spesso, sono parziali ed insufficienti, perché, nella maggior parte dei casi, si limitano alla concessione di sussidi economici una tantum, i quali, oltre ad avere un peso non indifferente sui bilanci pubblici, non educano il soggetto alla necessità di avere un’ occupazione, da cui trarre sostentamento. Un’alternativa è rappresentata, certamente, dall’azione sinergica tra pubblico e privato, con un ruolo decisivo giocato dalle cooperative sociali del Terzo Settore. A tal proposito, un esempio virtuoso è la Città di Mineo. Qui è in corso, da alcuni mesi, un’esperienza di inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati, appartenenti all’ex art. 4 della legge 381 del 1991. Si tratta di disoccupati di lunga data, cioè di persone che si erano rivolte ai Servizi sociali comunali, senza però trovare, nella maggior parte dei casi, una significativa assistenza. Questo gruppo di sei lavoratori, attraverso il Consorzio “Ccrea”, presieduto dall’arch. Tiziana Filippa Grasso, si sta occupando, come prevede la determina dirigenziale n 380 del luglio del 2015, della sistemazione delle aiuole e della scerbatura di strade, strutture pubbliche, scarpate ed aree ricadenti nel perimetro urbano. Questi interventi, che sono stati affidati a “Ccrea” con gara pubblica, hanno certamente un doppio risvolto, perché da un lato consentono a dei disoccupati di avere un contatto concreto con il mondo del lavoro, mentre dall’altro permette all’ente un alleggerimento della spesa sociale. Il Comune, infatti, come è facile ipotizzare, trae un risparmio sul costo finale di esecuzione di simili lavori, già calcolati a monte in maniera contenuta, rispetto a quelli che invece dovrebbe sostenere qualora gli stessi venissero appaltati ad aziende del “profit”. Ciò spiega i modesti ribassi offerti di norma dalle cooperative sociali,che, partendo da una base d’asta ridotta, sono pure costretti a sobbarcarsi i costi delle anticipazioni finanziarie, considerato i ritardi che si registrano nei pagamenti da parte della Pubblica amministrazione, che, nella maggior parte dei casi, avvengono a scadenza contrattuale. Da notare come il Consorzio “Ccrea” non ha ancora ottenuto il pagamento di una sola fattura dal Comune di Mineo, ma continua, ugualmente, a fornire servizi e soprattutto a garantire occupazione a soggetti svantaggiati. Questa è la storia di quei cooperatori che da sempre si sono messi al servizio della comunità menenina e non solo, frutto di una propensione e sensibilità spasmodica verso il bene comune. Mineo, inoltre, è un punto di riferimento regionale per l’operato delle cooperative sociali di tipo B (Legge 381 del 1991). Esse sono state create grazie all’intuizione di Paolo Ragusa, il quale, attraverso questo strumento, ha permesso a tanti soggetti svantaggiati( invalidi, alcolisti, condannati ammessi alle misure alternative) di ritrovare il sorriso e soprattutto la dignità di uomo e di lavoratore. Rs