“U.S.A.: La storia mai raccontata”, di Oliver Stone
- di Redazione Il Solidale
- 22 ago 2016
- CULTURA
"U.S.A.: La storia mai raccontata" è un documentario in dieci episodi scritto, diretto e narrato da Oliver Stone, regista e sceneggiatore noto per l'impegno pacifista e le amicizie personali con leader sudamericani (fra cui Castro), autore di film storici e critici (fra cui "Platoon", "Wall Street"). In questa opera della maturità, meno emotiva e più ponderata, meno graffiante ma più penetrante delle precedenti, Stone elabora il suo punto di vista sulla storia americana, quindi mondiale, del XX° secolo.
Il ritratto che Stone fa dell'America del XX° secolo fino ai giorni nostri è quello di una nazione che alterna attimi di straordinaria lucidità e generosità, degni di ammirazione, vanificati da momenti di paranoia e cinismo che scoraggiano alleati e simpatizzanti, ma soprattutto, confondono gli americani stessi sulla propria identità e sul proprio potenziale, riducendoli sempre più alla rassegnazione; una nazione che spesso reagisce impulsivamente, drasticamente e in maniera sproporzionata a pericoli percepiti o immaginari, insensibile ai danni che provoca, a sé stessa compresa. Secondo Stone, l'America soffre regolarmente di manie di persecuzione e smanie di vendetta a seconda dei periodi: non ha altri nemici se non quelli che si inventa lei stessa e che nutre con le proprie paure. Il comunismo collettivizzava la proprietà; il capitalismo collettivizza l'ansia.
Con una narrazione fluida, Stone restituisce dignità ad americani dimenticati, ad esempio Henry Wallace, il vice di Franklin Roosevelt, un coraggioso difensore dell'uomo comune che si oppose alla concezione della Guerra Fredda prima che diventasse realtà (e lanciò un urlo fuori dal coro, di grande attualità: "la fonte di tutti i nostri errori è la paura: per paura, grandi nazioni si comportano come bestie in trappola, pensando soltanto alla propria sopravvivenza"); riscopre eroi ignoti, come l'ufficiale Vassili Arkhipov, l'uomo che ha impedito la terza guerra mondiale; oppure riabilita nemici dichiarati d'un tempo, come Krusciov, che considera uno statista al pari di Kennedy, a differenza di tutti i presidenti americani da Truman fino ad Obama, cui agiografie demolisce sobriamente una ad una.
Nella sua lunga carriera artistica, Stone ha esplorato varie forme di narrazione - autobiografica, biografica, giornalistica, investigativa, epica - con risultati non sempre convincenti, alla ricerca di quella propriamente storica: finché da narratore è diventato storico. Con questa opera Stone trascende la critica ideologica delle istituzioni e della cultura americane, e misura invece il divario fra il mito americano che si insegna nelle scuole e la vera storia degli Stati Uniti come emerge dai documenti, in una prospettiva pedagogica rara nel panorama intellettuale d'oltreoceano.