Raddusa e l'esercito dei disturbatori notturni

  • di Redazione Il Solidale
  • 30 ago 2016
  • CRONACA

Raddusa e l'esercito dei disturbatori notturni

Succede spesso in questa lunga, afosa e tormentata estate raddusana che neanche l’intervento delle forze dell’ordine basta a tenere a freno  i comportamenti notturni di quelle persone che sconoscono le regole del più corretto vivere civile su ogni fronte.  In questo senso risulta particolarmente diffuso tra i cittadini raddusani l’uso notturno del disturbo selvaggio della quiete pubblica. Com’è successo in tutte le altre estati anche in questo lungo e torrido periodo estivo del 2016 non sono mai mancate quelle persone che hanno pensato bene di combattere gli effetti della calura uscendo fuori  dalla propria abitazione per prendere il fresco, in comitiva con i vicini di casa, seduti sui numerosi marciapiedi antistanti parlando a voce altissima, sghignazzando a più non posso e giocando con i propri cani fino alle prime ore della mattina successiva. Richiamati ripetutamente dalle forze dell’ordine e redarguiti dai vicini di casa fortemente disturbati dal loro comportamento il più delle volte hanno risposto in maniera “poco educata” tanto da suscitare il disgusto della gran parte di quelle persone che sono soggette a sopportare la loro palese inciviltà. Il buon senso, che purtroppo non è legge, ci dice  che ognuno deve avere il massimo rispetto per gli altri ma il “popolo dei poco educati” sconosce tale regola e se ne frega di tutto e di tutti. Certo ora è forte l’indignazione nei confronti di queste persone protagoniste di tali efferati gesti di inciviltà rispetto ai quali si può invocare o sperare solo che in esse rinasca il naturale senso civico. Non occorre l’intervento delle forze dell’ordine e non è necessaria una multa per comprendere che nessuno, specie a notte fonda, è autorizzato a disturbare la quiete pubblica. Ma tutto questo il “popolo della notte” non riesce a capirlo e continua a disturbare la quiete pubblica senza alcun freno. Ora se per una persona giovane sopportare tali atti incivili è intollerabile, figuriamoci  per le persone anziane e soprattutto per le persone ammalate che, almeno la notte, desidererebbero riposare in santa pace. E molte di queste persone si sono rivolte ripetutamente a noi per richiamare quei raddusani che appartengono al cosiddetto “popolo della notte” al massimo rispetto delle regole per il normale vivere civile. Ed è questo l’appello che con questo nostro articolo intendiamo rivolgere a tutti per migliorare la quiete e la serenità dell’intero popolo della città del grano. Nella foto una panoramica di Raddusa un tempo oasi indiscussa di quella tranquillità che oggi resta solo nel sogno della gran parte dei cittadini. 
                                                                                                                     

Francesco Grassia