TTIP: il progetto di area di libero scambio UE-Stati Uniti
- di Redazione Il Solidale
- 5 set 2016
Il "Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti" - "TTIP" - è un accordo di libero scambio fra gli Stati Uniti e l'Unione Europea. Le negoziazioni, in corso ufficialmente dal 2013, si sono al momento arenate: non per l'opposizione da parte di ca. 600 associazioni europee, né per le tardive resistenze in chiave elettorale dei governi francese e tedesco (comunque esclusi dalle negoziazioni), bensì per il calendario fitto di elezioni (presidenziali americane e francesi, parlamentari tedesche). In una forma o un'altra, magari con un altro nome, andrà sicuramente in porto: l'integrazione economica delle due aree fa parte di un progetto politico americano di creazione di un blocco occidentale omogeneo che ha le sue radici profonde nell'immediato dopoguerra.
Per quanto riguarda le disposizioni del trattato, si possono soltanto fare delle ipotesi, poiché le negoziazioni sono condotte in segreto da tecnocrati nominati dal governo americano e dalla Commissione Europea, e da rappresentanti delle lobby multinazionali: l'accesso ai documenti è concesso, in maniera limitata, soltanto ai parlamentari europei (non a quelli nazionali, né ai governi), che su richiesta possono consultarli in parte, sotto sorveglianza, con il divieto di prendere appunti e divulgarne i contenuti. Detto ciò, nella forma e nei principi è scontato che il trattato sarà identico al CETA (v. articolo "CETA: l'accordo di libero scambio UE-Canada"), o all'eloquente "NAFTA", l'accordo di libero scambio fra Stati Uniti, Canada e Messico.
Come per il TTIP, lo scopo annunciato del NAFTA era, ovviamente, la crescita, l'aumento dell'occupazione e della ricchezza individuale. Voluto da Bush padre e firmato da Clinton marito, l'accordo ha provocato vent'anni di danni sociali e ambientali irreversibili in tutti e tre i paesi. Per via delle delocalizzazioni in Messico, dove i salari sono bassi e le norme a tutela dei lavoratori irrisorie, gli Stati Uniti hanno perso almeno 700.000 posti di lavoro. Il Canada ne ha persi 350.000; i salari sono stagnanti, e le famiglie si sono fortemente indebitate. In Messico, in compenso, la miseria si è spostata dalle campagne alle città, aggravando squilibri interni e alimentando la criminalità; gli agricoltori sono tutelati meglio: ma la culla della civiltà del mais, con 5.000 specie coltivate, è stata contaminata dagli OGM, noti sterminatori di specie naturali.
Il TTIP comporta rischi molteplici, che derivano dall'applicazione sistematica delle norme meno vincolanti per il commercio - cioè quelle americane. Ad esempio, in Europa vige il principio di precauzione, in base al quale l'azienda deve dimostrare che un prodotto è sicuro prima di poterlo commercializzare; in America, vale il principio inverso, cioè spetta alle autorità (su cui vegliano le lobby) dimostrare che un prodotto è assolutamente nocivo per poterlo ritirare dal mercato. Quindi l'UE vieta l'uso di 1.300 sostanze chimiche nei cosmetici, gli Stati Uniti invece 12. L'UE vieta l'uso di ormoni della crescita (cancerogeni) nel bestiame, gli Stati Uniti no (90% del manzo americano ne contiene). L'UE autorizza l'uso di taluni OGM, gli Stati Uniti non ne escludono nessuno (70% del cibo in vendita ne contiene). L'UE non vieta espressamente di lavare la carne di pollo con la candeggina; ma in America la pratica è normale, anzi, rassicurante.
Marco Amuso