Il grido di pace dei Sioux

  • di Redazione Il Solidale
  • 7 set 2016
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Il grido di pace dei Sioux

Il Dakota del Nord è uno stato americano nelle Grandi Pianure, grande più di metà dell'Italia, e popolato quanto la provincia di Lecce. Il nome deriva da una parola sioux che significa "alleati, amici". Esiste tuttora una piccola minoranza indigena, sparsa in alcune riserve, di Sioux (un insieme di tribù linguisticamente imparentate), Chippewa (una cultura di cacciatori-raccoglitori sedentari), Hidatsa (una cultura matrilineare quasi estinta), Mandan (una cultura agraria-sedentaria, quasi estinta) e Arikara (una cultura semi-nomade basata sull'allevamento dei cani, quasi estinta). La capitale invece è Bismarck, così denominata in onore del cancelliere artefice dell'unificazione tedesca, con la speranza di attirare investimenti tedeschi nelle ferrovie (lo statista ringraziò, ma era già impegnato in medio-oriente). Circa la metà della popolazione discende da coloni tedeschi e un terzo da coloni norvegesi.

 

Il territorio è ricco di giacimenti di scisti bituminosi, dai quali si estrae petrolio. L'attività è redditizia solo quando i prezzi del petrolio sono alti. La costosa tecnica di estrazione (cosiddetta "fratturazione idraulica"), inquina in maniera irreversibile il sottosuolo, impregnandolo di sostanze chimiche tossiche, anche radioattive, che inevitabilmente contaminano le falde acquifere. Ma, essendo l'indipendenza energetica una assoluta priorità per il governo statunitense, non esistono vincoli di alcun tipo allo sfruttamento selvaggio delle risorse sul suolo nazionale.

 

In questi giorni, la riserva della tribù Standing Rock ("roccia alzata") ospita il più grande raduno dell'ultimo secolo di indigeni americani, confluiti da tutta l'America. Sono presenti persino i Pawnee tradizionalmente ostili ai Sioux. Il motivo è la protesta contro la costruzione di un oleodotto: il progetto mette la natura a rischio e profana alcuni siti sacri per i Sioux. Nel frattempo, in attesa di una sentenza che autorizzi il proseguimento dei lavori, si sono verificate scaramucce con la sicurezza privata dell'azienda titolare: così il governo locale, già sul piede di guerra, ha avuto la scusa per dichiarare lo stato d'emergenza in nome della sacrosanta sicurezza pubblica. Una trentina di persone sono già state arrestate, e la protezione civile non fornirà acqua agli accampamenti.

 

I Sioux, nonostante la mortificazione subita, conservano nondimeno una visione del mondo che è quella delle comunità organiche dell'essere, fondate sulla comunione perenne dell'uomo e della natura, in cui non esistono distinzioni convenzionali fra il sacro e il profano, fra il soggettivo e l'oggettivo, fra la realtà e la fantasia, poiché tutto è armonia sacrale. Nella cultura Sioux non esistono la scienza, il lavoro, l'arte, il divertimento, la religione o la politica (e quindi la specializzazione, la sottomissione, la sublimazione, il vizio, l'ubbidienza, la contesa) ma solo vitalità immanente, che implica ciò che potremmo definire gioia d'esistere, espressa collettivamente dai membri della tribù in qualsiasi atto: dal cacciare al nutrirsi, dal produrre al condividere, dal conservare al trasmettere, dal dialogare all'amarsi. Visione del mondo "biologica" che si oppone radicalmente a quella "necrologica" delle società dell'avere, dominate dal denaro e dalle categorie alienanti che questo implica, ossia i rapporti di scambio e di potere, che mercificando tutti gli aspetti dell'esistenza riducono i rapporti umani in relazioni fra oggetti.

 

Per questo, pur trattandosi di un evento inconsueto di grande valore simbolico, questo è destinato ad essere frainteso anche dagli americani più disinteressati e sinceri, che si sforzano a interpretarne il senso secondo schemi acquisiti di pensiero. Anche i giornalisti che simpatizzano con la ribellione Sioux, ad esempio, con toni condiscendenti ne degradano il significato profondo, in chiave narcisistica, ad una banale questione di rivendicazioni legittime, di orgoglio etnico, di ideologia particolare, persino di rivincita storica; e così facendo tradiscono quello che in sostanza è semplicemente un messaggio d'amore incondizionato - cioè non quello mercificato, contrattuale e simulato che costituisce la normalità delle società moderne.

 

Marco Amuso