L'editoriale del direttore Elio Pariota: "La favola della globalizzazione"
- di Redazione Il Solidale
- 11 set 2016
Per le grandi organizzazioni internazionali, dal G-20 all’ONU, la stagione non è delle migliori. Le loro riunioni – accompagnate da rulli di tamburi, grancasse mediatiche e crescenti aspettative – rivelano un’intima e costante paralisi decisionale. Neppure uno straccetto di programma credibile sui grandi temi che affliggono la gente comune.
Per contro, un grande sfoggio di coesione (che non c’è) e una retorica da far impallidire quella dei dittatori-affabulatori del secolo scorso. E gli immancabili documenti finali? Un inno all’inutilità, un gran calderone nel quale flussi migratori, terrorismo, cambiamento climatico, lotta alle disuguaglianze, galleggiano in attesa di qualche ciambella di salvataggio.
Così, mentre la Corea del Nord si prende gioco delle sanzioni internazionali spaventando mezzo mondo con lanci di missili nucleari, la Germania vira decisamente a destra rinfocolando oscure e mai sopite paure. Il grande disegno di concertazione internazionale, che bene o male ha retto dal secondo dopoguerra ad oggi, mostra le sue crepe. In queste condizioni parlare di globalizzazione come frontiera di benessere collettivo equivale a raccontare favole a un bambino.
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