GAL KALAT: REVOCATO IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE PRESIEDUTO DA SPITALE E RESTAURAZIONE DELLA FOTI

  • di Redazione Il Solidale
  • 3 ott 2016
  • CRONACA

GAL KALAT: REVOCATO IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE PRESIEDUTO DA SPITALE E RESTAURAZIONE DELLA FOTI

In maniera del tutto inusuale lo scorso sabato 1 ottobre, dopo solo 18 giorni dalle elezioni, avvenute lo scorso 13 settembre, è stato revocato il Consiglio di Amministrazione di cui il Presidente era Alberto Spitale, per rideterminarne uno “nuovo” che ha eletto come presidente – restaurandola - Alessandra Foti, per la componente privata, insieme ai consiglieri Giovanni Maurizio Ialuna, Giuseppe Li Rosi, Carmelo Scalzo. La compagine dei consiglieri rappresentanti la componente degli Enti Pubblici eletti sono invece Anna Blangiforti, che assume il ruolo di Vice Presidente, Giovanni Ioppolo (Vice Presidente dell’elezione del 13 settembre) e Francesco La Rosa.

Di sicuro appare strano che un Consiglio di Amministrazione del GAL Kalat che come recita lo stesso “chi siamo” nel sito istituzionale dovrebbe essere un “organismo intermedio rappresentativo degli interessi collettivi delle aree di competenza, investito di una missione pubblica e responsabile dell’attuazione di programmi integrati che operano quali agenzie di sviluppo, in applicazione del principio di sussidiarietà, attraverso il più ampio decentramento nella gestione di Fondi strutturali” e in particolare “Il Gruppo di Azione Locale G.A.L. Kalat è una Società Consortile a Responsabilità Limitata senza scopo di lucro, costituita con atto pubblico del 6 agosto 2009 al quale aderisce un Partenariato partecipato da 163 soggetti pubblici e privati rappresentativi degli interessi del territorio del NAT Calatino il quale comprende i 12 Comuni di Caltagirone, Castel di Iudica, Grammichele, Mazzarrone, Mineo, Mirabella Imbaccari, Palagonia, Raddusa, Ramacca, San Cono, San Michele di Ganzaria, in provincia di Catania, e Niscemi, in Provincia di Caltanissetta”, in realtà pare non si sia concentrato proprio su interessi di carattere collettivo e forse abbia dimenticato che la propria azione avviene senza “scopi di lucro”? Come mai un interesse così forte da portare a nuove elezioni e non invece riconfermare un organo eletto appena 18 giorni prima? Come mai l’esigenza di restaurare la Foti?

Pubblicando integralmente l’intervento dell’ormai ex presidente Spitale in merito alla questione, di sicuro entreremo in merito con un’inchiesta a più puntate sul GAL Kalat, ritenendo che la questione debba essere approfondita…

INTERVENTO INTEGRALE DI ALBERTO SPITALE IN MERITO ALLA REVOCA DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DEL GAL KALAT

"L’assemblea del GAL KALAT ha deciso di non confermare il Consiglio di Amministrazione con il Presidente in carica da soli 18 giorni. Un periodo assai breve che però mi ha consentito di rilevare alcuni gravi profili di illegittimità della gestione pregressa, sui quali siamo intervenuti in sanatoria con una specifica assemblea straordinaria, e di portare a compimento tutti gli atti propedeutici alla presentazione della nuova strategia di sviluppo locale.

Ma dalla data della mia elezione si è aperta una faida interna fatta di lettere di contestazioni, un numero incredibile di richieste di adesioni alla immediata vigilia dell’Assemblea di riconferma e pesanti pressioni psicologiche, come se fosse venuta meno la garanzia di una continuità che evidentemente avrà garantito benefici ad alcuni che si sono molto allarmati di fronte alla prospettiva di un cambiamento di metodo e di percorso.  

Un gruppo di aziende, spesso riconducibili a unica proprietà, forzando le regole dello statuto consortile, ha voluto sfiduciarmi solo per riprendere in mano la governance dello strumento di programmazione locale ed emarginare gli Enti locali che rappresentavano la base di legittimazione del mio mandato.

Nella scorsa programmazione, la furbata portata avanti è stata quella di gestire il piano senza coinvolgere gli enti locali che non erano neanche soci dell’Assemblea, ora che invece sono stati integrati nella compagine sociale su diktat dell’assessorato regionale dell’agricoltura, le aziende private del GAL, spalleggiate da una parte politica, hanno deciso di “chiudere in un recinto” e mettere in minoranza gli enti pubblici.

Ma quale credibilità può avere il GAL se a governarlo sono un gruppo di privati, spesso beneficiari, anche solo indiretti, delle stesse misure di finanziamento, senza il pieno coinvolgimento degli enti locali? Si può gestire la programmazione territoriale a colpi di maggioranza in assemblea, in una logica di contrapposizione pubblico – privato? In questo modo non viene fortemente svilita la funzione pubblica del GalKalat?

Si potrà fare a meno della mia persona, ma di certo non si può fare a meno della centralità dell’interesse generale che deve prevalere sugli interessi particolari".