Chiamatelo pure GAL se volete!

  • di Redazione Il Solidale
  • 5 ott 2016
  • CRONACA

Chiamatelo pure GAL se volete!

A leggere le “carte” della società consortile “GAL KALAT” ci si stupisce non poco! L’assemblea dei soci, solo da Venerdì 30 Settembre u.s. vede la presenza di tutti gli enti locali del territorio, per come originariamente suddiviso dalla regione siciliana all’inizio della programmazione dei gruppi di azione locale. Fino al giorno prima, ben il 50% dei comuni (Castel di Iudica, Mirabella Imbaccari, Palagonia, Raddusa, San Cono, San Michele di Ganzaria) veniva rappresentato da due associazioni, denominate “Gal Kalat Est” e “Gala Kalat Ovest” che ormai da qualche anno si aggirano come “zombi” nelle cosiddette “stanze dei bottoni”. Queste due associazioni di scopo nascevano esclusivamente per gestire la programmazione dei fondi comunitari 200 -2006 e conclusa la stessa, dovevano essere sciolte, ma invece le troviamo ancora in vita, pieni di risorse pubbliche, ed addirittura capaci di rappresentare (almeno fino allo scorso 30 settembre) la sovranità popolare in supplenza dei sindaci del territorio. Il loro statuto, ci suggerivano all’assessorato regionale che sul caso abbiamo consultato informalmente,  siamo certi che preveda e legittimi la partecipazione ad una fase nuova della programmazione, oltre la loro data di scadenza? Ci piacerebbe sapere anche se i legali rappresentati delle due associazioni abbiano mai riunito gli organi amministrativi delle stesse prima di andare in assemblea ed esprimere un voto che impegnava persino gli enti locali del territorio! Dalle informazioni che abbiamo assunto nessuno dei sindaci, rappresentanti degli enti locali soci dei “GAL fantasma” (Est ed Ovest) è stato consultato, almeno prima dell’ultima assemblea dello scorso 30 settembre!

Ma l’altra anomalia di un  GAL  che merita di essere messo sotto osservazione  è quella della presenza di un numero eccessivo di singole imprese agricole, cooperative e ditte individuali, spesso riconducibili ad un unico titolare o comunque un’unica famiglia,  per lo più legate dallo stesso vincolo associativo.

Addirittura l’ex presidente Spitale ci racconta che a ridosso dell’assemblea di conferma dell’organo amministrativo, sono state presentate una vagonata di richieste di ammissioni a socio, tutte riconducibili ad un unico gruppo imprenditoriale - associativo.   

Ma perché queste imprese hanno aderito singolarmente e non si fanno rappresentare dalla loro organizzazione di rappresentanza? Peraltro spesso si tratta delle stesse imprese che negli anni sono risultate beneficiarie dei finanziamenti comunitari gestiti dai medesimi GAL!

E se tutto questo non bastasse, dentro la matassa delle imprese singole c’è anche uno dei presidenti dei due GAL “scaduti” che in assemblea detiene personalmente così tanti voti tanto  da monipolizzare con il proprio timbro di voce la votazione per appello nominale!   

Senza volere esprimere giudizi di natura etica che lasciamo ai nostri lettori, anche se parlare di potenziale “conflitto di interessi” è il minimo, ci sembra che questa compagine societaria risulti essere quantomeno inadeguata a perseguire gli obiettivi di sviluppo locale che la Regione Siciliana affida ai GAL – Gruppi di azione locale.

Un organismo di gestione intermedia della programmazione regionale non può essere monopolizzato dalle imprese e dei loro titolari che poi, direttamente o indirettamente, risultano essere i potenziali beneficiari delle misure di finanziamento. 

Di certo la immediata necessità di rimuovere un nuovo presidente, Alberto Spitale, a distanza di meno di 15 giorni dalla sua elezione, per restaurare immediatamente l’antico ordine costituito, usando la scure di associazioni fantasma e imprese singole, non ci sembra una scelta rassicurante ma un motivo di allarme per il futuro!