Raddusa, realizzazione del libro "Comfort Women"
- di Redazione Il Solidale
- 12 ott 2016
- CULTURA
Rosario Vicino, il fotoamatore catanese, noto per avere, con i suoi scatti, portato a conoscenza di quanti la ignoravano la storia delle giovani “Jugun Janfu” giapponesi mediante la mostra fotografica su quelli che erano i “Comfort Women” (le case di appuntamento create dal governo nipponico per soddisfare le esigenze dei soldati nel corso della Seconda Guerra Mondiale), ha pubblicato, racchiudendoli in un volume unico, di assoluta eleganza e di altrettanto assoluto valore culturale, tutte e tre le sezioni della mostra itinerante da lui progettata, e già rappresentata, in primis, nelle città di Motta S. Anastasia, Raddusa e Nicolosi. “La mostra iniziale, e successivamente questo volume – ha detto l’autore – sono stati progettati per non dimenticare le violenze subite dalle “Jugun Janfu” giapponesi, olandesi, coreane, indiane, filippine e cinesi reclutate dal governo nipponico per riempire i cosiddetti “Centri di Comfort” nel corso di quella scellerata guerra, affinchè tutti potessero comprendere gli errori e gli orrori commessi dal governo giapponese in quella occasione. Noi le “Jugun Janfu” che furono schiave dei “Comfort Women” non le abbiamo mai conosciute, come non abbiamo mai conosciuto nessuna delle vittime di quella guerra a noi lontana, ma abbiamo il dovere di fare memoria della loro passione e della loro vita orribilmente spezzata dai numerosi e svariati atti di violenza subiti e di ricordarle per ridare loro quella dignità che le è stata calpestata . La mostra, che è stata allestita ed esposta, per la durata di quindici giorni, in diversi Comuni, mira ad evidenziare gli effetti disastrosi della guerra e ad evitare qualsiasi forma di violenza sulla donna”. La carrellata delle immagini, tutte in bianco e nero, scattate sulla fotomodella Bruna Caniglia ritraggono, senza fronzoli, l’anima delle “Janfu” nell’inferno delle “Comfort Women” e rappresentano quarant’anni di storia fortemente caratterizzati da un percorso altamente emotivo e coinvolgente. C’è di tutto in quelle immagini! Ci sono le sofferente che appaiono nei volti delle vittime; ci sono il dolore, la speranza, la ribellione e la morte che, a grandi linee, disegnano gli orrori di quel percorso,durato oltre mezzo secolo,in cui le “Janfu” (ragazze dai 12 ai 21 anni) subirono violenze di ogni genere. Il percorso fotografico è articolato in tre sezioni. Nella prima vi sono rappresentati: il dolore, la sofferenza, la rassegnazione e la voglia di farla finita; nella seconda: la voglia di rivalsa, la ribellione e la speranza di farcela; nella terza: la liberazione fisica e psicologica. L’ultimo scatto parla di un amaro e doloroso ricordo con la speranza che quella triste storia non venga mai più a ripetersi. Per questo suo speciale lavoro il fotoamatore catanese ha raccolto il plauso e il riconoscimento delle numerose istituzioni che lottano contro la violenza sulle donne. Nella foto la copertina del libro e Rosario Vicino nella sua mostra.
Francesco Grassia