Raddusa, lavori in corso presso la nuova scuola media che disturbano le lezioni

  • di Redazione Il Solidale
  • 3 nov 2016
  • CRONACA

Raddusa, lavori in corso presso la nuova scuola media che disturbano le lezioni

Il nuovo anno scolastico è iniziato da poco più di un mese e i malcapitati ragazzi della scuola media, trasferita quest’anno nei nuovi locali di via Ten. Marino, sono costretti a convivere con i rumori assordanti e persistenti causati dai lavori per la realizzazione dell’auditorium annesso allo stesso stabile della scuola. Tali rumori disturbano in modo indescrivibile sia gli insegnanti che gli alunni stessi costretti a conviverci dalle otto alle quattordici di tutti i giorni. Sarebbe più logico, sostengono gli alunni e gli insegnanti più responsabili, effettuare tali lavori, almeno quelli più rumorosi, nelle ore pomeridiane quando i ragazzi non sono in classe ma, per la ditta che li sta effettuando, per ragioni logistiche, ciò non è possibile. Pur essendo ancora un cantiere aperto, però in questa nuovo scuola c’è una nota positiva che non può essere trascurata ed è quella relativa all’impegno sia del preside e che di tutti gli insegnanti a bene operare per la formulazione del progetto educativo che qualifica la scuola e la comunità civile nella quale è inserita. Insomma il preside e che gli stessi insegnanti, pur se tra mille difficoltà, stanno cercando di realizzare le promesse fatte in occasione dell’inaugurazione del nuovo edificio, avvenuta molto prima dell’inizio dell’anno scolastico alla presenza delle autorità politiche, civili e religiose nonché di tutto il personale scolastico e dei rappresentanti dei genitori e degli alunni quando, negli interventi effettuati singolarmente, gli intervenuti si erano soffermati a lungo sulla missione educativa della scuola e sul rapporto di collaborazione generale al fine di formare dall’alunno l’uomo-persona capace di ragionare con la testa e di amare con il cuore. E, visto che sotto il profilo educativo, l’inizio di questo nuovo anno è stato certamente incoraggiante, perché non mettere gli alunni e gli insegnati nelle migliori condizioni per potere continuare la difficile opera intrapresa?
                                                                                                                      

Francesco Grassia