L'editoriale del direttore Elio Pariota: "Il detonatore populista"
- di Redazione Il Solidale
- 13 nov 2016
- OPINIONI
L’America di Trump è solo l’ultimo dei detonatori che rischiano di far deflagrare quel sistema di valori nato dalle macerie del secondo conflitto mondiale. Non sappiamo se l’orologio della Storia cominci a girare pericolosamente all’indietro, ma un dato è certo: il populismo imperversa in questa stagione dove paure, incertezze, violenze e disuguaglianze fanno emergere il rancore, l’insofferenza, il risentimento e, al limite, il disprezzo verso la politica tradizionale e verso ogni forma di “casta”, di establishment.
E’ un populismo globale che rema in senso contrario alla globalizzazione; un populismo fatto di slogan semplici, immediati, facilmente afferrabili, condito da un linguaggio scevro da ridondanze e mediazioni. L’antieuropeismo, la Brexit, il Trumpismo, simboleggiano il ripiegamento da quel mondo che la tecnologia e la finanza – più che la testa delle persone – hanno preteso di globalizzare spazzando via ancestrali certezze.
Il “forgotten man”, l’uomo dimenticato che nella retorica trumpista non sarà lasciato mai più solo, riemerge dall’oblio in cui era stato relegato dal nostro modello sociale palesemente involuto. E grida vendetta appellandosi all’uomo nuovo. Facendo scricchiolare le sempre meno solide fondamenta democratiche.
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