Raddusa, manifestazione contro la violenza sulle donne
- di Redazione Il Solidale
- 25 nov 2016
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Con una manifestazione molto semplice, che ha registrato la presenza di un numeroso pubblico e di tutti i ragazzi dello sportello “Giovane Legalità”, la città di Raddusa ha festeggiato, il 25 novembre, evento che ha celebrato in tutto il mondo la “Giornata Internazionale Contro la Violenza Sulle Donne”. E stavolta, pur trattandosi di una manifestazione di alto sentimento popolare, non è stata come la solita parata in cui certi politici sono pronti a mettersi in evidenza per promuovere se stessi. Si è trattato di manifestare, nel modo più semplice possibile, per ricordare le tantissime vittime del femminicidio con un evento organizzato soprattutto per fare riflettere gli uomini e per invitarli ad evitare qualsiasi forma di violenza sulle donne. L’iniziativa è partita dallo Sprar di Raddusa, guidato dalla responsabile dott.ssa Gaetana Pagana, che ha organizzato la manifestazione in collaborazione con i ragazzi dello sportello “Giovane Legalità”, guidati dalla dott.ssa Claudia Avanzato. Un più che significativo contributo allo svolgimento della manifestazione lo hanno dato, senza alcuna ombra di dubbio, i giovani migranti ospiti dello Sprar di Raddusa che, nel corso della serata, hanno letto, in perfetto italiano, alcuni brani con i quali hanno invitato gli uomini ad evitare qualsiasi forma di violenza sulle donne. La manifestazione è iniziata con una fiaccolata partita dalla piazzetta Vittorio Veneto; ha proseguito per la centralissima via Regina Margherita fino a raggiungere la piazzetta Giovanni Rindone Giuliano, dove è stata inaugurata la “Panchina Rossa” sulla quale è stata deposta una rosa, anch’essa rossa, simbolo dell’amore e della non violenza. La dott.ssa Gaetana Pagana, responsabile dell’intera organizzazione, nel suo discorso di prammatica, ha ricordato che “la Giornata Internazionale Contro La Violenza Sulle Donne” , fissata per il 25 novembre di ogni anno, è stata istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite con la risoluzione n.54/134 del 17 dicembre 1999”. La dott.ssa ha continuato “Noi abbiamo voluto organizzare questa manifestazione per ribadire il nostro più secco “No” alla violenza sulle donne attraverso il progetto denominato “Panchine Rosse” che rappresentano il simbolo della lotta contro ogni forma di violenza sulle donne. Non basta però inaugurare le panchine rosse se poi non si applica un piano di azioni che vedano coinvolte le istituzioni, le famiglie, le scuole e i media”. “Bisogna ricordare a tutti gli uomini – ha concluso la dott.ssa – chele donne sono una risorsa preziosa e come tali vanno rispettate e valutate, non ammazzate”. Nella fotografia un momento della inaugurazione della “Panchina Rossa”.
Francesco Grassia