Un laboratorio di Fotografia allo Sprar di Raddusa
- di Redazione Il Solidale
- 17 dic 2016
- SOCIALE
Raddusa – Lo Sprar di Raddusa (Sistema di Protezione Richiedenti Asilo Rifugiati), va diventando, giorno dopo giorno, un centro multietnico e multifunzionale dove non si fa soltanto accoglienza e integrazione ma si fa anche didattica e, soprattutto, cultura grazie alla moltiplicazione dei vari laboratori che, curati dagli esperti, coinvolgono i giovani migranti ospiti della struttura raddusana gestita dal Consorzio Sol Calatino in collaborazione con la Cooperativa Sociale San Francesco di Caltagirone.
Nei suoi due anni di esistenza lo Sprar di Raddusa, grazie all’impegno profuso dai responsabili e da tutti gli operatori, ha svolto una serie di attività sociali, didattiche e culturali che hanno permesso ai giovani ospiti di integrarsi perfettamente nel tessuto sociale del paese.
Quasi tutti hanno studiato ed appreso le prime cognizioni della lingua italiana e di quella inglese ed hanno imparato a parlare bene il dialetto della città del grano condividendo con i cittadini il tempo libero della loro intensa giornata fatta di studio e di altre attività integrative.
Nei giorni scorsi, per espressa volontà di tutti i massimi dirigenti del Centro di Prima accoglienza di Caltagirone e della Coop. San Francesco, ha avuto inizio un laboratorio di fotografia, su richiesta di alcuni giovani ospitati, che consentirà loro di acquisire nuove competenze e capacità professionali molto utili per un prossimo inserimento nel mondo del lavoro.
Il documento che sarà rilasciato alla conclusione del corso è un titolo valido a tutti gli effetti di legge. “I ragazzi, che stanno partecipando al laboratorio con grande entusiasmo – ha spiegato la docente di fotografia Tiziana Gatto, che si avvale della preziosa collaborazione dell’esperto fotoamatore Rosario Vicino – hanno il privilegio studiare sul posto le varie funzioni della macchina fotografica e impararne i segreti”. “Fin’ora – ha detto l’insegnante tecnico-pratico Rosario Vicino - abbiamo fatto lezione sull’inquadratura, sull’uso dell’obiettivo e sulla illuminazione che sono i fattori più importanti per ottenere il massimo risultato.
In seguito i ragazzi avranno la possibilità di usare l’apparecchio fotografico e di scattare le foto con le caratteristiche che gli istruttori chiederemo loro di volta in volta”. Grande è la soddisfazione della responsabile dott.ssa Gaetana Pagana che è molto contenta per l’entusiasmo espresso dai ragazzi che partecipano al laboratorio.
“E’ una iniziativa molto importante che rientra nel più ampio progetto di integrazione e di alternanza tra la scuola e il lavoro. Questo laboratorio è una occasione in cui i ragazzi si possono confrontare tra di loro ed apprendere i segreti di un mestiere che un giorno potrà rivelarsi utile per un loro inserimento nel mondo del lavoro”.
Nella foto allegata vediamo tre dei giovani partecipanti al laboratorio di fotografia impegnati ad osservare la macchina fotografica.
Sono da sinistra verso destra: Ezatullah Safi, Javid Hussain e Gueye Gandega.
Francesco Grassia