La filantropia degli ultra-ricchi

  • di Redazione Il Solidale
  • 30 gen 2017

La filantropia degli ultra-ricchi

Qualche tempo fa, è stato in visita a Palermo David Rockefeller, patriarca di una delle famiglie più influenti al mondo, che fanno parte di quel 1% di ultra-ricchi che possiedono tante ricchezze quanto il resto dell'umanità. Come ci sono arrivati?

Il bisnonno era un ciarlatano che vendeva pozioni miracolose. Il nonno John, quando le macchine andavano ancora a vapore, indovina l'investimento nel petrolio e diventa l'uomo più ricco della storia con un patrimonio personale di $400 miliardi - difficile, in quelle condizioni, non sentirsi investiti di una missione divina. Uomo religioso, è il modello della filantropia all'americana, che i protestanti intendono come investimento nella produttività della razza umana, la carità essendo per gli anglo-sassoni dannosa. Sicché le iniziative filantropiche dei miliardari americani si concentrano nei settori dell'istruzione e della medicina, con particolare attenzione alla formazione di tecnici e al controllo delle nascite: i ricchi non temono la povertà, temono i poveri, soprattutto quelli che ragionano.

Il padre John Junior, uomo acculturato, costruisce negli anni '30 un monumento alla gloria della dinastia, il Rockefeller Center a Manhattan, un complesso di grattacieli imponenti famoso per la statua di Prometeo - il primo "filantropo" della letteratura - mentre ruba il fuoco agli dèi per donarlo all'uomo. (Ma il mito è incompreso: spiega l'origine della tecnica.) Il fratello Nelson si presta alla politica: dona all'ONU il terreno per la sede; governatore dello stato di New York, arriva alla vice-presidenza per caso, ma il clan rivale di cui fanno parte i Bush ne estingue le ambizioni presidenziali.

David invece rifiuta ruoli istituzionali, preferendo fare politica lontano dalla scena pubblica. Capo di una delle più grandi banche al mondo, azionista della Federal Reserve (la banca centrale americana è un'azienda privata), è fondatore o membro degli organi-chiave del mondialismo (Trilaterale, Bilderberg, CFR, ecc.). Si tratta di circoli privati che, al di sopra dei pareri o dei valori dell'uomo comune, coordinano le politiche di governi nazionali e indirizzano l'opinione pubblica, tramite loro affiliati che, pur essendo di notorietà pubblica, mantengono l'omertà sui ruoli che rivestono. Nelle sue memorie David Rockefeller rivendica con orgoglio il suo impegno per la costituzione di un vero e proprio governo mondiale sotto l'egida della micro-oligarchia a cui appartiene, come fosse un progetto filantropico - o una panacea.

Marco Amuso