Arte (poco) urbana

  • di Redazione Il Solidale
  • 31 gen 2017

Arte (poco) urbana

La "street art", l'arte urbana, coniuga poesia e critica, spesso in maniera più incisiva rispetto alle forme artistiche convenzionali. Fra gli artisti più rappresentativi del movimento, Banksy, Ericailcane, JR, Ozmo, Goin per citarne alcuni. Il duo Interesni Kazki illustra temi siciliani con due dipinti sui silos del Porto di Catania: "Fuga di Ulisse da Polifemo" e "Ricorrenza eterna".

In questi giorni, sono apparsi a Bruxelles due murali, non impudenti come alcune opere del presunto autore (Bonom), ma altrettanto provocatori: l'una ritrae un giovane minacciato da un coltello, l'altra un corpo appeso dai piedi. Immagini particolarmente forti, che a prima vista stonano con lo spirito dell'arte urbana. La stampa ha reagito denunciandone il carattere truculento, e accusando l'artista di incitazione alla violenza. Ma il controsenso è palese, e la reazione paradossale: a trasmettere senza filtri la violenza - reale - del mondo sono proprio i media, spesso colpevoli di fraintenderne le cause, di indirizzarne gli effetti, o amplificarne la portata.

I murali, in effetti, sono citazioni. La prima riproduce il "Sacrificio di Isacco" di Caravaggio: il volto sgomento del giovane, nell'attimo che precede il gesto estremo, in cui con una mano l'Angelo (allegoria della coscienza?) afferra il braccio di Abramo armato di lama. La seconda riproduce "I corpi dei fratelli de Witt" di Jan de Baen, ritrattista minore del secolo d'oro olandese: il quadro illustra il linciaggio dello statista Jan de Witt, vittima dell'odio politico-religioso nonostante i grandi meriti civici.

Gli amministratori locali, con un po' di ritardo, hanno riconosciuto il "valore artistico" del primo murale, ma hanno deciso di cancellare il secondo. Il messaggio o il monito dell'anonimo artista, che si è espresso con due opere nella settimana in cui si è insediato Trump, può essere interpretato in questo senso: solo rinunciando individualmente - per fede o per volontà - alla violenza si evita quella collettiva.

Marco Amuso