Tradurre Trump

  • di Redazione Il Solidale
  • 2 feb 2017

Tradurre Trump

"Guardate, avendo il nucleare - mio zio era un grande professore e scienziato e ingegnere, il Dott. John Trump al MIT, geni buoni, geni molto buoni, OK, molto intelligente... la Wharton School of Finance... molto buono, molto intelligente - sapete, se sei un repubblicano conservatore, se fossi un liberale, se, cioè, OK, mi candidassi da democratico liberale, direbbero che sono una delle persone più intelligenti al mondo - è vero! Ma quando sei un repubblicano conservatore cercano - oh, ti fanno numeri [da circo] - è per questo che incomincio così... è andato a Wharton, era uno studente bravo, è andato lì, è andato lì, ha fatto questo, costruito una fortuna - sapete, devo sempre dare le mie cioè credenziali, perché siamo un po' svantaggiati -, ma guardate l'affare del nucleare, la cosa che veramente mi disturba [non dice qual'è] [...] ragazzi [...] [gli Iraniani] non hanno capito che le donne in questo momento sono più intelligenti degli uomini, così, sapete, ci vorranno altri 150 anni - ma i Persiani sono grandi negoziatori, [...] e [...] ci hanno semplicemente ammazzati." 

I suoi discorsi sono in genere più intelligibili, ma così si è pronunciato Trump su un tema delicato di politica estera, i rapporti con l'Iran. Il passaggio è uno dei tanti citati come prova della sua inadeguatezza. Eppure, Trump in sostanza dice: "Io sono intelligente e preparato, prendo atto della gravità della situazione. Gli Iraniani sono stati abili nell'ottenere un accordo (per sviluppare un programma nucleare civile): merito loro, ingenuità dei democratici che passano per furbi; comunque, sono così arretrati da non costituire una minaccia imminente." 

Senza entrare nel merito - i sostenitori e gli alleati di Trump hanno fra loro posizioni opposte circa l'Iran - si tratta semplicemente di un capitolo sul quale il neo-presidente non ha maturato un giudizio proprio. Così si esprime chi è incerto ma non è capace né di dissimularlo né di ammetterlo: bisogna capire il contesto, gli americani hanno un'opinione (spesso un pregiudizio) su tutto, e non averne su un determinato argomento è segno di debolezza. Ma più che un addetto stampa, che alla sua prima uscita pareva un personaggio orwelliano, a Trump servirebbe un interprete.

Marco Amuso