Raddusa, quest'anno niente "festini popolari"

  • di Redazione Il Solidale
  • 6 mar 2017

Raddusa, quest'anno niente "festini popolari"

Raddusa – E’ stato un carnevale all’insegna dell’austerità quello svoltosi quest’anno in questo piccolo centro agricolo confinato agli estremi limiti della provincia di Catania. Niente cortei, niente carri allegorici, niente baldoria per le strade.

La gente, che una volta indossava i costumi più diversi, vecchi vestiti e buffe maschere, per dare inizio al giro dei “festini popolari” quest’anno non si è mossa da casa perché, purtroppo, anche i “festini popolari” che, fino ad un tempo non molto lontano, a Raddusa costituivano la parte più divertente del carnevale, sono stati quest’anno pochissimi e molto dimessi.

La tradizione dei “festini popolari” a Raddusa si perde nella notte dei tempi. Sono dei “veglioni” organizzati da privati e riservati agli invitati con ingresso permesso alle maschere che danzano i ritmi musicali più svariati: dal tango al valzer, dal samba alla mazurka, dalla tarantella alla quadriglia per finire ai più moderni balli giovanissimi da discoteca. L’allestimento di ogni singolo “festino popolare”, è molto impegnativo per gli organizzatori che devono opportunamente addobbarlo con palloncini e stelle filanti dai colori più variopinti.

I “festini popolari”  vengono organizzati già nel periodo natalizio; aprono ufficialmente i battenti la sera di capodanno e si protraggono fino alla cosiddetta “settimana grassa”, in cui sono compresi il giovedì e il martedì, per chiudere il sipario subito dopo la “scampagnata” del Mercoledì delle Ceneri.

Alcuni di questi festini usano prolungare le danze fino alla domenica successiva, così da avvicinarsi alla migliore tradizione del carnevale di Milano, dove, dopo la sosta per il digiuno pel Mercoledì delle Ceneri, riprende la baldoria fino alla prima giornata di Quaresima. Alcuni anni fa, in tale contesto di feste popolari, si era inserita l’usanza della sfilata di maschere, e di carri allegorici, con balli finali in piazza.

Quest’anno però, ma soltanto nella mattinata del giovedì grasso, hanno sfilato gli alunni delle scuole guidati dai loro insegnanti e dai genitori poi null’altro, oltre naturalmente ai pochi “festini popolari” che sono stati allestiti dai privati. Quest’anno, quindi, nulla si è visto del tradizionale carnevale raddusano di un tempo, e sicuramente la colpa è da addebitarsi alla pesante crisi economica che attanaglia il Comune di Raddusa e che impone a tutti un periodo di assoluta austerità.

Dunque non resta che mettere in archivio questo carnevale del 2017 in attesa di tempi migliori che si spera giungano presto. Nella foto di Santo Pellegrino vediamo un gruppo dei numerosi bambini delle scuole elementari, materne e medie nel corso delle sfilate del giovedì grasso.

Francesco Grassia