Si chiude il tradizionale "festino popolare" di Raddusa

  • di Redazione Il Solidale
  • 7 mar 2017

Si chiude il tradizionale "festino popolare" di Raddusa

Con la tradizionale “scampagnata”, svoltasi nella giornata del 5 marzo scorso presso una nota azienda agricola del circondario, è calato il sipario sul carnevale raddusano del 2017 che, abbiamo detto in diverse occasioni, è stato un carnevale all’insegna dell’austerità.

Infatti, se non fosse stato per l’iniziativa del corpo insegnante delle scuole elementari, materne e medie che, con il patrocinio del Comune di Raddusa, hanno organizzato le sfilate dei ragazzi per le vie cittadine (ma solo nella mattinata del giovedì grasso), e per l’iniziativa di un gruppo di giovani che, per mantenere la tradizione, hanno organizzato, in via esclusivamente privata e con il patrocinio delle proprie tasche, l’unico “festino popolare”, la festa di quest’anno dedicata al Re Burlone sarebbe andata in archivio come la più deludente della storia di Raddusa.

Ora mentre le sfilate dei ragazzi delle varie scuole sono state effettuate soltanto nella mattinata del giovedì grasso il “festino popolare” ha aperto i battenti, come vuole la tradizione, la sera del 31 dicembre e, sempre nel pieno rispetto della tradizione, si è protratto fino alla cosiddetta “settimana grassa” per poi chiudere con la “scampagnata” che si è svolta appunto nella giornata di domenica 5 marzo scorso.

Quest’anno quindi niente cortei, niente carri allegorici, niente baldoria per le strade. La gente, che una volta indossava i costumi più diversi, i vecchi vestiti e le maschere più buffe, per andare a girare i “festini popolari” quest’anno non si è mossa da casa. Ora dunque, se la vecchia tradizione dei “festini popolari” del carnevale raddusano non è ancora tramontata, il merito va dato ai giovani che anche quest’anno l’hanno voluta rinverdire, e soprattutto al solito Santino Leonardi, che ha organizzato l’unico “festino popolare” al quale hanno aderito poco più di sessanta di giovani coppie tutti regolarmente invitati.

Ricordiamo che i “festini popolari” sono dei grossi “veglioni” organizzati da privati per cui l’ingresso è riservato solo agli invitati i quali, nel corso della serata, danzano i più svariati ritmi musicali: dal tango al valzer, dalla samba alla mazurka, dalla tarantella alla quadriglia per finire ai moderni balli da discoteca.

L’allestimento di un “festino popolare”, è molto impegnativo per gli organizzatori, prima perché devono addobbare la sala da ballo con palloncini e stelle filanti dai colori più variopinti e poi anche perché, nell’arco dell’intero periodo nel quale si svolgono le serate danzanti devono vigilare attentamente per la buona riuscita della manifestazione.

Nella foto è rappresentato un gruppo in maschera dei pertecipanti all’unico “festino popolare” di quest’anno, organizzato da Santino Leonardi con la collaborazione di Francesco Capasso, Giusy Pistorio e Manuela Triferò.

Francesco Grassia