Pasqua a Raddusa, il coro dei Ladanti
- di Redazione Il Solidale
- 13 apr 2017
Nella città del grano la Pasqua è la festa più ricca di significati simbolici con riti che si ripetono ogni anno come da tradizione ormai secolare. Nelle varie rievocazioni pasquali la fantasia e il profano si intrecciano con i dettami religiosi e danno vita agli innumerevoli e suggestivi rituali che affondano le loro vecchie radici nella più autentica cultura popolare. Il giorno che più degli altri offre un momento di particolare misticismo è, senza ombra di dubbio, quello del Venerdì Santo, giorno in cui la Passione raggiunge il culmine con la Crocefissione di Cristo accompagnata dai “Lamenti” eseguiti dal “Coro dei Ladanti” tradizionalmente composto da un ristretto numero di persone che intonano “Lamenti” incomprensibili ma pieni significato e di struggente religiosità popolare. Da quest’anno il “Coro dei Ladanti” è stato integrato con l’ingresso di nuovi giovani cantori che sono entrati in sostituzione dei più anziani componenti ritiratisi dall’impegno per avanzati limiti di età. A ricomporre il gruppo, che già dall’anno scorso, relativamente al numero di persone, era ridotto ai minimi termini, ci hanno pensato i giovani Santo Pellegrino e Francesco Oliveri i quali, allo scopo di mantenere ancora viva una tradizione ormai secolare, hanno chiamato altri giovani e, con essi, hanno formato la nuova squadra dei “Ladanti” che Venerdì Santo prossimo farà il suo esordio cantando le “Ladate” dietro la bara del Cristo Morto, per l’intera durata della processione, sulle cui note tutta la gente in cammino trattiene il respiro per non disturbare il raccoglimento generale. Una nota di merito va a tutti i giovani che compongono la nuova formazione del “Coro” che è costituita da: Santo Pellegrino (prima voce), Francesco Oliveri (seconda voce), Francesco Lo Re, Vincenzo Grasso, Calogero Di Marco, Filippo Ciccia, Alfio Cariola, Salvatore Stella e Giuseppe Giarrizzo. Nella foto del fotoamatore Santo Pellegrino alcuni giovani componenti del “Coro dei Ladanti”.
Francesco Grassia