25 Aprile, la Festa della Liberazione a Raddusa
- di Redazione Il Solidale
- 26 apr 2017
Quest’anno la Festa della Liberazione è stata celebrata con la più grande partecipazione di pubblico. Ad organizzarla è stata l’Amministrazione Comunale di Raddusa, guidata dal sindaco Cosimo Marotta, che ha usufruito della collaborazione dell’Ass.ne dei Carabinieri, presieduta da Vincenzo Grassia, dell’Ass.ne Bersaglieri, presieduta da Francesco Di Paola, dell’Ass.ne Combattenti e Reduci, presieduta da Giovanni Turrisi, dell’Asd Raddusa calcio, presieduta da Giovanni Macanò e della Pol.va Atletico Raddusa, presieduta da Silvio Leanza. Il lungo corteo, preceduto dalle rappresentanze di tutte le associazioni presenti, dai Carabinieri della locale Stazione, in alta uniforme, e dalle massime autorità cittadine, è partito dalla piazza Umberto I° ed ha sfilato lungo la via Regina Margherita fino a raggiungere piazza Vittorio Veneto dove sorge il monumento ai Caduti presso il quale è stata posta una prima corona di alloro e dove è stato effettuato l’alzabandiera accompagnato dalle note patriottiche della locale banda musicale “Maestro G.Allegra” dell’Ass.ne “Amici della Musica”, presieduta da Amedeo Allegra. Di seguito un seconda corona di alloro è stata posta presso la lapide dei Caduti ubicata ai piedi dell’alta torre campanaria che sostiene la Chiesa Parrocchiale Immacolata Concezione. Qui è stata effettuata la benedizione che è stata impartita dal parroco Don Pietro Mannuca ed eseguiti i discorsi di prammatica del sindaco Cosimo Marotta, del presidente dell’Ass.ne Carabinieri Vincenzo Grassia, del presidente Francesco Di Paola,che ha letto la preghiera dei Bersaglieri e del presidente del neonato consorzio, creato per la gestione degli impianti sportivi, Giovanni Piazza. Alla conclusione una medaglia ricordo è stata consegnata a ciascuno dei numerosi bambini delle due scuole di calcio raddusane che sono intervenuti alla manifestazione. Nella fotografia un momento dei discorsi rievocativi accanto alla lapide dei Caduti posta ai piedi dell’alta torre campanaria.
Francesco Grassia