Contro il capolarato e a tutela dei migranti

  • di Redazione Il Solidale
  • 5 mag 2017
  • CRONACA

Contro il capolarato e a tutela dei migranti

I carabinieri del Comando provinciale di Cosenza a seguito di varie operazioni di contrasto allo sfruttamento dei rifugiati che sono ospiti presso i cari centri per migranti hanno eseguito, sulla scorta delle indicazioni della magistratura, 14 misure cautelari emesse dal Giudice per le indagini preliminari di Cosenza, Salvatore Carpino. I soggetti nell'occhio del ciclone sono accusati di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, abuso d'ufficio e tentata truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.

Le indagini hanno avuto inizio a settembre del 2016 sotto la direzione del Procuratore aggiunto Marisa Manzini, e del sostituto procuratore Giuseppe Cava, ed il coordinamento del Procuratore della Repubblica Mario Spagnuolo. I vari elementi che nel corso delle indagini sono stati raccolti dai carabinieri di Cosenza, hanno consentito di tutelare le posizioni dei migranti, gran parte senegalesi, nigeriani e somali, che venivano prelevati da due Centri di accoglienza straordinaria di Camigliatello Silano (Cosenza) e portati a lavorare in campi di patate e fragole dell'altopiano della Sila cosentina o impiegati come pastori per badare alle greggi.

Le indagini si sono concentrate sul presidente e su due responsabili della gestione di un centro di accoglienza. Quest'ultimi risultano accusati di aver illecitamente reclutato i rifugiati loro affidati per essere impiegati in nero come braccianti e pastori in numerose aziende agricole del luogo, in concorso con i titolari di quest'ultime.