“LE AMICHE DEL VENTAGLIO”: ROMANZO DI MARIA CONCETTA DISTEFANO
- di Redazione Il Solidale
- 21 giu 2017
- CULTURA
Presentato alla Mondadori Point di Comiso il primo romanzo della scrittrice Maria Concetta Distefano “Le amiche del ventaglio,” edito da Hogwords. La presentazione è stata affidata alla giornalista Giovannella Galliano. Presente un folto pubblico di amiche storiche, conoscenti e di appassionati di lettura, abituali frequentatori della libreria. La scrittrice vive a Torino ma è nata a Ragusa. Ha frequentato a Comiso, dove ha vissutto fino a 19 anni, il liceo classico G. Carducci. Si è laureata in Lingue e Letterature Straniere a Pisa. Per circa trenta anni ha insegnato inglese presso l’istituto tecnico “Russell-Moro” di Torino. Già traduttrice dall’inglese di “gialli” Mondadori e di “rosa” (Ed. Corno), già collaboratrice di Confidenze e Confessioni Donna, scrive da più di venti anni per la rivista Intimità. Suoi racconti sono presenti in varie antologie di premi letterari quali “Voci di Donne” di Savona, “Fascino, Mistero e Seduzione” di Sassello (SV), “D come Donna” di Segrate, “Ninfa Camarina”, “Sotto i cieli di Torino”, “Premio città di Rivoli, Club des Poètes”. Tra premi e altri riconoscimenti vari e di rilievo ricordiamo che un suo racconto, “Ci vediamo a Chisinau”, è stato pubblicato nell’antologia Lingua Madre 2008; “Le rrughe di Tanusha” nell’antologia Lingua Madre 2012, “Registro del professore” nell’antologia Lingua Madre 2015. Un suo racconto, “Seduto sedato”, si trova nella raccolta Ti amo, ti odio. (Confidenze/Mondadori, giugno 2015).
Da due anni collabora con la casa editrice EDISCO di Torino per la produzione di Easy Readers (Letture semplificate di capolavori della letteratura inglese e americana).
Le amiche del ventaglio è il suo primo romanzo, appena presentato al Salone del Libro di Torino, il 21 maggio scorso. Il romanzo è uno spaccato di vita quotidiana di una professoressa, Irene, e delle sue amiche. Molte delle quali insegnanti come lei. E’ dai social che nasce questo suo romanzo, quasi autobiografico . Le protagoniste del club “Le amiche del ventaglio” , infatti, sono social, comunicano tramite whatsapp per incontrarsi o semplicemente dirsi ciao, buongiorno e come va, ma non solo.
Questo intrigante romanzo rispecchia un po’ la vita di molte donne over 50 alle prese con il lavoro, i figli, i mariti, la cucina, le aspettative e soprattutto con le caldane della menopausa, la quale fin dalle prime righe è una costante ma, come dice la stessa autrice, non è una malattia ma 100 malattie diverse. Da questa obbligata situazione femminile scaturiranno i vari umori, i vari acciacchi ed il ventaglio non può che essere l’unico refrigerio momentaneo ai vari sintomi in agguato. “ Di’, Irene, perché non fondiamo un bel “Fan Club” fan nel senso di ventaglio in inglese, e quindi un bel club del Ventaglio? Insomma, sarebbe carino vederci una volta o due al mese in un momento tutto nostro per sventagliarci all’unisono giacchè siamo tutte in menopausa”…potresti scriverci un romanzo..scriverci..un romanzo..”
L’idea di scrivere un romanzo sulle loro abitudini è presa alla lettera proprio dalla protagonista, Irene. E’ lei che mette in atto una serie di rendez-vous a casa dell’una o dell’altra amica per una cena in cui, oltre al cibo che rispecchia tanto le loro personalità, protagoniste saranno loro stesse con i loro segreti, le loro manie ed i loro pettegolezzi costruttivi. Loro, infatti, non spettegolano per cattiveria, anzi . A volte alcune amiche, tra cui Irene, si trasformano in detective per dar loro una mano a risolvere i problemi o semplicemente per scoprire verità nascoste. Da mettere in evidenza in questo romanzo è anche la descrizione minuziosa dei luoghi sia visitati dall’autrice che della stessa Torino in cui è ambientato il romanzo, con le sue vie, le sue piazze i suoi palazzi tra XVIII e XIX sec. Un’abilità questa, che solo pochi scrittori riescono ad esternare nei loro racconti. Questa ed altre citazioni denotano la grande cultura della scrittrice in vari campi del sapere tra cui l’arte in cui ha vissuto, grazie al papà, fin dai suoi primi vagiti; la musica, i viaggi e le culture del luogo, le lingue sono anch’esse una costante erudita in questo romanzo apparentemente rosa. La cultura dell’autrice spazia anche nell’enograstronomia internazionale ed i vini citati ne sono un esempio palese, anche per il nostro palato che , alla sola lettura, sembra quasi gustarne e sentirne il vero sapore. Come in un film tutto è talmente descritto alla perfezione e così verosimile da vederne le sequenze, le luci, le ombre, da sentirne anche la musica da sottofondo. La sua è una scrittura visiva.
Nel romanzo c’è tanto di autobiografico e di biografico. Le amiche, infatti sono vere, hanno le abitudini e le fattezze descritte, hanno vissuto anche quelle stesse situazioni . “E’ inutile dire- ha sottolineato Maria Concetta Distefano- che qualcuna c’è rimasta male a vedersi descritta così verosimilmente ma soprattutto a leggere i propri problemi di coppia scaturiti da una reale scappatella da parte del marito. Penso- conclude con una risata- non mi rivolgeranno più la parola”. Un inciso accompagna ti tanto in tanto i vari capitoli. E’ quello della “figlia” che analizza i fogli del racconto lasciati dalla madre vicino al computer. E’ una sorta di “guardarsi allo specchio” dell’autrice, autoironica e a volte spietata : “ per distrarmi dalle ultime vicende personali prendo in mano i nuovi fogli stampati vicino al PC di mia madre e leggo le ultime nefandezze che è riuscita a ascrivere sulle Vecchie Bacucche….. Per quanto riguarda il vestiario delle sue amiche..Dico io..ma si è mai guardata allo specchio lei?”
Il romanzo ha anche pagine di grande tenerezza e poesia legate al dolore sia fisico che morale, pagine dedicate all’amore perduto, non curato a suo tempo, trascurato per orgoglio o solo per pudore, pagine dedicate ad una malattia: “otros destinos”
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