Raddusa, i giovani migranti ospiti dello Sprar hanno festeggiato il Ramadan
- di Redazione Il Solidale
- 3 lug 2017
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I giovani migranti, ospiti dello Sprar di Raddusa, coordinati dalla dot.ssa Gaetana Pagana, gestito dalla coop. SanFrancesco di Caltagirone, presieduta dalla dott.ssa Rossana Russo, hanno festeggiato la fine del Ramadan (periodo di circa 30 giorni che ricorda il mese in cui fu rivelato il Corano, durante il quale i Musulmani digiunano dall’alba al tramonto). La popolare festa, che si celebra in tutto il mondo musulmano alla fine appunto del Ramadan, viene denominata “Eid al – Fitr”, cioè “festa grande” oppure “festa del sacrificio” (conosciuta anche con la definizione di “Id al – Ada”) in contrapposizione alla “festa piccola” che rappresenta la conclusione del digiuno e la fine del Ramadan. La “Eid al – Fitr” è, per i musulmani, una grande e importantissima festa perché ricorda l’obbedienza di Abramo che, senza obiettare, si apprestò ad esaudire la richiesta di Dio che gli chiese di sacrificare il proprio figlio Ismaele, avuto dalla schiava Agher, fermo restando il fatto storico che, secondo il Corano, Dio stesso lo fermò prima che Abramo lo sgozzasse. A ricordo appunto del sacrificio richiesto da Dio ad Abramo i musulmani di tutto il mondo offrono a Dio il “Ramadan” cioè il sacrificio del digiuno per ben 30 giorni, per cui è naturale che essi festeggiano la fine di tale sacrificio con gioia e soddisfazione. “Abbiamo fatto Festa in piazza Milite Ignoto – ha detto la dott.ssa Gaetana Pagana - Il cibo con cui è stato rotto il digiuno lo ha cucinato la sig.ra Ottavia di Paola, titolare del ristorante locale denominato “Non solo Pizza” che lo gestisce insieme al marito Salvatore Virzì, con la collaborazione del nostro giovane ospite Barry Lamanara Mamadou”. E’ stati serviti menù variabili ma di tutto rispetto che sono stati preparati sul posto con l’aiuto di Barry Lamanara Mamadou il quale ha sottolineato: “ho voluto aiutare Salvatore e la propria moglie Ottavia a preparare ed a cucinare perché durante il Ramadan, ogni musulmano che si rispetti deve fare un sacrificio per gli altri. Per quanto mi riguarda io ho voluto fare questo sacrificio per i miei amici. Cucinare cose buone da mangiare è importante dopo 30 giorni di digiuno. Questa “Eid al – Fitr” si festeggia insieme alla famiglia, ma noi abbiamo le nostre famiglie lontane e le nostre famiglie in Italia sono le persone che lavorano allo Sprar”. La festa è stata organizzata dagli operatori dello Sprar Raddusa con la collaborazione di tutti i giovani ospiti della struttura raddusana di seconda accoglienza, con il beneplacito della Coop. San Francesco che ne ha dato il permesso senza alcuna esitazione. La serata si è poi svolta con canzoni e balli tipici africani accompagnati dal più sano e puro divertimento.“Ricordo – ha concluso la dott.ssa Pagana - che la fine del Ramadan, per ogni Musulmano, è un’occasione per riconciliarsi con tutte le persone con cui non si è in buoni rapporti. Questo, per loro, è un giorno speciale nel corso del quale possono testimoniare che nell’amore di Allah tutto è possibile. In questo giorno di festa ringraziano Allah per averli sostenuti nello sforzo”.
Francesco Grassia