Caltagirone, il sindaco boccia le ricerche Eni col metodo dell’esplosivo

  • di Redazione Il Solidale
  • 11 lug 2017

Caltagirone, il sindaco boccia le ricerche Eni col metodo dell’esplosivo

“Si chiede di non procedere, soprattutto in prossimità del centro storico dove, per la vetustà o fatiscenza di parte del patrimonio edilizio esistente, sarebbe opportuna un’estrema attenzione, all’avvio delle prospezioni finalizzate alla ricerca di idrocarburi con test che utilizzano sia il metodo dell’esplosivo, sia il metodo vibroseis”.

            E’ quanto si sottolinea nella nota, inviata fra gli altri ai ministeri dell’Ambiente e dei Beni culturali, agli assessorati regionali al Territorio e Ambiente e all’Energia, ai dipartimenti nazionale e regionale della Protezione civile e all’Enimed, con cui il sindaco Gino Ioppolo e il dirigente della IV Area, Ignazio Alberghina, manifestano la contrarietà del Comune di Caltagirone al coinvolgimento del territorio nel  maxi progetto di Enimed, la società di Eni che si occupa di esplorazione di giacimenti di idrocarburi e della loro coltivazione, per nuove ricerche nel territorio isolano che toccano le province di Caltanissetta, Catania, Enna e Ragusa e che coinvolgono, in particolare, un’area che, nel Calatino, comprende Caltagirone, Grammichele, San Michele di Ganzaria, Mirabella Imbaccari, San Cono e Ramacca.

            Assoluta e motivata contrarietà viene espressa anche in relazione al possibile coinvolgimento, nelle attività di ricerca di idrocarburi, del bosco di Santo Pietro, in considerazione del suo elevato valore e interesse di carattere ambientale. Sottolineata altresì la sussistenza, nel territorio calatino, di rischi elevati sia da un punto di vista sismico che da quello connesso alle frane.

            “Ci opponiamo – spiega il sindaco Ioppolo – a ogni forma di <consumo> del territorio, che investe diversi profili, da quello edilizio a quello dell’utilizzo a oltranza delle risorse sotterranee. Il modello di sviluppo dei nostri centri non può e non deve essere affidato ancora allo sfruttamento di  risorse peraltro non inesauribili come gas e petrolio. Averlo consentito nei decenni scorsi ha dato i frutti disastrosi che oggi sono sotto gli occhi di tutti”.