Raddusa, la fiaccolata della legalità
- di Redazione Il Solidale
- 21 lug 2017
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In occasione del 25° anniversario della strage di via D’Amelio, in cui persero la vita il Giudice Paolo Borsellino e gli uomini della sua scorta, per opera della mafia, l’Amministrazione Comunale, guidata dal sindaco Giovanni Allegra, tramite il proprio Assessorato alle Politiche Giovanili, diretto da Carmela Pagana, in collaborazione con la Pro Loco Raddusa, presieduto da Andrea Giangrasso, con la Coop. San Francesco di Caltagirone, presieduta da Rossana Russo, e con l’aiuto dei giovani migranti ospiti dello Sprar di Raddusa, coordinati da Gaetana Pagana e da Nunziella Lingenti, e dei volontari dello Sportello “Giovane Legalità”, guidati dalla responsabile Claudia Avanzato, ha organizzato, la sera di mercoledì 19 luglio scorso la cosiddetta “Fiaccolata della legalità” in ricordo delle vittime innocenti delle stragi mafiose. Il lungo corteo, che ha registrato la partecipazione di un pubblico molto numeroso, soprattutto a livello giovanile, armato di manifesti e cartelloni recanti slogan vari contro la mafia perché “non c’è libertà senza legalità”, è partito dalla sede dello Sprar Raddusa sito nella centralissima via Regina Margherita ed ha percorso tutta la strada fino a giungere nella piazza principale del paese, cioè la piazza Umberto I°, dove trova sede la lapide dei caduti insistente ai piedi dell’alta torre campanaria della Chiesa Parrocchiale Immacolata Concezione, sulla quale il corteo si è soffermato in profonda riflessione. Diversi discorsi sul tema della mafia sono stati effettuati da tutti i responsabili della manifestazione che si sono rivolti al numeroso pubblico presente nella piazza principale del paese ricordando i tantissimi ed efferati delitti operati dalla mafia che hanno insanguinato la Sicilia soffermandosi soprattutto sulla strage di via D’Amelio che, dopo 25 anni, rivive ancora nei ricordi di tutti. Nella fotografia l’inizio della fiaccolata con il corteo in partenza dalla sede dello Sprar di via Regina Margherita.
Francesco Grassia