Depositi bancari a rischio

  • di Redazione Il Solidale
  • 27 nov 2017

Depositi bancari a rischio

Nell'attuale disciplina europea il salvataggio della banca fallita - detta "in risoluzione" in burocratese - è a carico degli azionisti, degli obbligazionisti e eventualmente dei correntisti oltre €100.000; i depositi inferiori a questa cifra sono per il momento garantiti. Tuttavia, sollecitata dalla Commissione e dal Parlamento Europei, la BCE si è dichiarata ufficialmente contraria a questa forma di tutela in un documento pubblicato l'8 novembre. La nuova procedura proposta prevede, in caso di fallimento della banca, il blocco dei conti e l'accesso ai titolari limitato alle spese giornaliere, previa autorizzazione. Il parere non è vincolante; ma è denso di implicazioni.

 

Gli economisti indipendenti che da anni denunciano l'insostenibilità del sistema finanziario globale e gli sforzi istituzionali per mascherarla avevano previsto questa presa di posizione. In effetti la soglia arbitraria dei €100.000 per il prelievo forzoso è stata fissata per rassicurare i piccoli risparmiatori. In fondo, l'obiettivo della normativa vigente del "bail-in" è quello di evitare la corsa agli sportelli e il conseguente tracollo dell'intero sistema bancario. "A tutti i costi" come direbbe Draghi. Non quelli della Germania però, su cui pesano i rischi dell'Euro-zona, che pertanto detta le proprie condizioni alla BCE. E la Germania, appunto, rifiuta l'istituzione di un fondo di garanzia dei depositi unico per tutta l'Euro-zona.

 

Secondo la BCE, la tutela dei depositi non è necessaria - che è un altro modo per dire inutile: infatti al pari degli economisti indipendenti più pessimisti che giudicano inevitabile il crollo dell'euro, la BCE consiglia ai cittadini di comprare lingotti d'oro piuttosto che tenere i soldi in banca.

 

 

Marco Amuso