Montagna Ganzaria: niente autobotti per l'antincendio
- di Redazione Il Solidale
- 11 ago 2015
- CRONACA
San Michele. La stagione antincendio sulla Montagna Ganzaria è stata avviata all’insegna di una grande contraddizione: l’assenza di mezzi per lo spegnimento del fuoco. Tale problema è affiorato in tutta la sua drammaticità lo scorso fine settimana, quando, tra sabato e domenica, due incendi di medie proporzioni hanno avvolto contrada Scala. Per lo spegnimento dei roghi è intervenuta un’autobotte da Caltagirone, mentre la squadra di stanza sulla “Ganzaria” ha dovuto invece attendere che lo stesso lo mezzo li prelevasse per poi accompagnarli nell’area interessata dalle fiamme. Per fortuna gli incendi sono stati contenuti, grazie sia all’azione dei mezzi aerei che alle piogge cadute. Intanto, l’assenza di autobotti sulla Montagna Ganzaria, con tutto ciò che ne comporta di negativo, è stata denunciata dalla Flai-Cgil. “E’ dal primo giorno di servizio – racconta Rosario Masi, responsabile sicurezza della Flai Calatino – che le squadre della Ganzaria sono sprovviste di mezzi. Ciò ha senza dubbio ricadute negative per la tutela del territorio”. “Non è condivisibile che un’area boschiva cosi vasta – spiega Nuccio Valenti, segretario calatino della Flai – non abbia autobotti per lo spegnimento degli incendi. Questa situazione va certamente addebitata alla volontà della classe politica di tagliare risorse sul fronte della salvaguardia del territorio, anziché sugli sprechi della Regione”. Sulla vicenda interviene il comandante del distaccamento forestale di Caltagirone, Natale Catalano:”Ad oggi l’Ispettorato non mi ha fornito i mezzi previsti dal piano antincendio della provincia di Catania da destinare alla Montagna Ganzaria”. Sul problema si è mossa anche l’amministrazione comunale, con il sindaco Petta che ieri mattina ha avuto diverse telefonate con i vertici della forestale. “Dall’Ispettorato abbiamo avuto rassicurazioni – anticipa Luigi Nativo, assessore ai Lavori pubblici – che presto due mezzi antincendio saranno dislocati sulla montagna”. Adesso si spera che dalle parole si passi ai fatti.