L'8 gennaio non si rientra a scuola: sciopero docenti scuole primarie e infanzia
- di Redazione Il Solidale
- 4 gen 2018
- CULTURA
A rischio il rientro a scuola per decine di migliaia di studenti. Lunedì 8 gennaio non si tornerà in classe per via di uno sciopero dei docenti della scuola primaria e dell’infanzia.
Nel giorno in cui era previsto il rientro dalle vacanze, a Roma si terrà, come riporta laprimapagina.it, una manifestazione di fronte al ministero dell’Istruzione. La protesta è contro la sentenza del Consiglio di Stato sui diplomati magistrali che non potranno più accedere alle graduatorie che davano diritto a una cattedra. “Questa sentenza – spiega Piero Bernocchi (Cobas) – pone drammatici problemi, professionali e umani, ai diplomati magistrali. Molti di loro hanno avuto nomine annuali dalle Gae (graduatorie a esaurimento), in diversi sono già stati immessi in ruolo, e ora, oltre alla perdita del posto di lavoro, rischiano di ritrovarsi improvvisamente reinseriti in seconda fascia o, secondo un’interpretazione ancora più penalizzante della sentenza, addirittura in terza fascia”.
“Esigiamo che il Miur e il governo pongano immediato rimedio (e non rinviando alla prossima legislatura) a questa vergogna che – ha dichiarato Bernocchi – potrebbe portare a un licenziamento di massa di 5300 lavoratori, oltre che a negare la possibilità di stipulare contratti a tempo determinato ad altri 60 mila. Chi è stato immesso in ruolo dovrà mantenere il proprio posto. Per chi ha già fatto l’anno di prova, esso vale molto di più di un concorso abilitante. Chi è inserito con riserva nelle Gae deve poter mantenere la propria posizione, così come chi ha avuto un incarico annuale” chiede il sindacalista.
I genitori potranno consultare i registri elettronici o le circolari inviate dagli istituti. In questo modo potranno verificare l’adesione o meno dei docenti della scuola interessata allo sciopero. L’auspicio è che il Governo in queste ore ascolti le istanze sindacali o in seconda istanza impedisca lo sciopero magari differendolo, in modo da non arrecate notevoli disagi a migliaia di famiglie italiane.