Disabilità - “Include us!”, le buone pratiche per i diritti delle persone disabili in Myanmar
- di Redazione Il Solidale
- 19 gen 2018
- SOCIALE
“Ho due figli con disabilità cognitiva. Molte persone pensano che siano matti, inutili o pericolosi. Ho sempre cercato di aiutali come ho potuto, di dar loro una vita normale e quando ho avuto la possibilità di mandarli alla Eden School (una scuola che accoglie bambni e ragazzi con disabilità, ndr) l’ho fatto”. A parlare è Daw Kin Mar Aye, madre di due ragazzi disabili, che vive a Yangon in Myanmar. La sua storia è una di quelle raccontate da “Include us!”, il report realizzato da Handicap International sulle buone pratiche di inclusione delle persone con disabilità in Myanmar, Paese in cui quasi 7 bambini disabili su 10 non vanno a scuola e le percentuali di occupati tra gli adulti con disabilità sono molto basse. Il progetto di Handicap International Mynamar ha documentato esperienze di inclusione nell’area educativa, lavorativa, politica e di comunità che hanno portato cambiamenti positivi nella vita delle persone con disabilità. Ora l’obiettivo è replicarle in altre comunità.
Il report di Handicap International Myanmar fa riferimento a due progetti: il primo è sostenuto dall’Unione europea e mira a garantire alle persone con disabilità accesso ai servizi sociali e allo sviluppo di politiche a livello locale nell’area di Ayeyawady e Mandalay, il secondo sostenuto dal Canadian funding for local initiatives punta a dare protezione e far sì che i diritti delle persone disabili in Myanmar siano rispettati. Nei progetti sono state coinvolte la società civile e le organizzazioni delle persone disabili, imprese private e pubbliche. “Queste sette buone pratiche hanno effettivamente migliorato l’inclusione e la partecipazione delle persone con disabilità, favorendo il loro accesso ai servizi e nella comunità”, si legge nel report.
Un esempio? Il figlio più piccolo di Daw Kin Mar Aye ha avuto la possibilità di fare sport, “ha un vero talento per il bowling, tanto che ha partecipato a diverse competizioni. Nel 2013 è andato in Australia ed è tornato con due medaglie”. Quello maggiore ha trovato lavoro in un hotel di Yangon, “si trova molto bene e le sue condizioni sono molto migliorate – dice la madre – Noi genitori siamo le persone più importanti per i nostri figli, dobbiamo credere in loro e sostenerli come possiamo”