Povertà educativa: al Sud più ragazzi, ma meno asili e biblioteche

  • di Redazione Il Solidale
  • 28 feb 2018
  • SOCIALE

Povertà educativa: al Sud più ragazzi, ma meno asili e biblioteche

Nelle città del Sud d'Italia c'è la maggiore incidenza di bambini e ragazzi, ma è proprio in quei comuni che ci sono più carenze di asili nido, biblioteche, palestre nelle scuole e mezzi pubblici per raggiungere gli istituti scolastici. Anche se non mancano situazioni di eccellenza. È quanto emerge dal Primo rapporto sulla povertà educativa minorile in Italia, promosso da "Con i Bambini", impresa sociale interamente partecipata dalla "Fondazione con il Sud". I minori tra zero e due anni in Italia sono circa 1,5 milioni, ovvero il 2,5% dell’intera popolazione. E le percentuali più alte si registrano a Palermo (2,8%), Catania (2,76%), Napoli (2,65%), seguite dalle altre 3 città italiane più popolose: Milano (2,6%), Roma (2,58%) e Torino (2,5%). I minori tra sei e 17 anni sono oltre 6,8 milioni, ovvero oltre l’11% dell’intera popolazione. 

Tra le città maggiori (con più di 250 mila abitanti), le prime quattro posizioni per numero di ragazzi sono quattro centri del Sud: Napoli (circa il 13%), Catania e Palermo (12% circa) e Bari (10,8%). Con l'Obiettivo di Lisbona, l'Unione Europea ha fissato al 33% la copertura della popolazione europea che dovrebbe essere raggiunta dai servizi alla prima infanzia, in particolare gli asili nido. L’Italia si attesta in media al 22%. "Solo quattro regioni raggiungono l'Obiettivo di Lisbona: Valle d'Aosta, che è quasi al 40%, Umbria 37%, Emilia-Romagna 35%, Provincia autonoma di Trento 33% - si legge nel Rapporto -. Il dato più evidente è che tutte le regioni del mezzogiorno (con l’eccezione della Sardegna che si attesta al 28%) si collocano al di sotto della media italiana. La copertura è addirittura inferiore al 10% in Sicilia, Calabria e Campania. Quest’ultima ha il più basso indice di copertura in base ai dati 2014/15: solo 6 posti ogni 100 bambini sotto i tre anni". 

Il Mezzogiorno però non è tutto uguale. "La disaggregazione regionale rischia però di occultare situazioni di carattere locale molto diversificate e anomale (in positivo o in negativo) rispetto al contesto in cui sono collocate - scrivono i ricercatori -. I comuni montani, ad esempio, sono quelli tendenzialmente più svantaggiati, ma il rapporto mette in evidenza delle sostanziali differenze: il territorio di Prato svetta con il 51% di copertura di servizi alla prima infanzia, ma anche i comuni montani di una provincia meridionale come Ragusa (35%) hanno una performance superiore sia al dato medio nazionale sia agli obiettivi europei. Parallelamente si evidenzia come i comuni totalmente montani nelle province di Foggia, Caltanissetta, Siracusa e Reggio Calabria presentano invece una percentuale di copertura pari allo zero per cento". 

Per quanto riguarda biblioteche e palestre nelle scuole, a livello regionale sono le due regioni più piccole, Valle d’Aosta (3,7 biblioteche ogni mille ragazzi) e Molise (3,1), a mostrare il rapporto maggiore tra presenza di biblioteche e numero di minori sopra i 6 anni. "Tra le regioni sopra i 3 milioni di abitanti, il Piemonte è la prima per presenza di biblioteche (la Puglia si trova invece all’ultimo posto, con Bari e Taranto terzultima e penultima nella classifica a livello comunale). Piemonte, Friuli e Toscana sono le regioni con la più alta percentuale di alunni che frequentano scuole dove è presente almeno una palestra. "Questo dato si riflette nelle performance dei singoli comuni, a partire dalle città maggiori. Nei comuni di Torino, Firenze e Prato, ad esempio, la quota supera anche largamente l’80%. Nel caso del Piemonte, la presenza è significativamente alta non solo nel capoluogo, ma anche nei comuni montani intorno ad esso, dove la percentuale raggiunge il 61%. Oltre a questi casi, emergono singole situazioni con maggiore copertura anche in contesti diversi da quelli citati, in particolare nel Mezzogiorno. Il comune di Bari è secondo solo a Torino tra le maggiori città urbanizzate, e lo stesso vale per i comuni montani della provincia di Potenza". 

A macchia di leopardo la situazione sulla sicurezza e raggiungibilità delle scuole. "A livello nazionale circa il 73% degli istituti si trova in zone con qualche rischio sismico -si legge nel Rapporto-: si collocano al di sotto di tale media Veneto, Puglia, Lombardia, Piemonte e Sardegna. Sulla base dei dati a disposizione, la situazione della Basilicata appare come quella che presenta il più alto numero di alunni (quasi il 40%) in zone ad elevato grado di sismicità rispetto a quelli in scuole antisismiche". Per quanto riguarda il trasporto con scuolabus, le regioni dove gli istituti presentano la maggiore raggiungibilità per gli studenti sono la Basilicata, le Marche e l’Abruzzo, mentre agli ultimi posti troviamo Lazio, Campania e Calabria. 

 

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