Giù le mani dalla famiglia tradizionale!

  • di Redazione Il Solidale
  • 19 giu 2015
  • CRONACA

Giù le mani dalla famiglia tradizionale!

“Auguro alla vostra Manifestazione un pieno successo, con la certezza che porterà un contributo prezioso alla vita della Chiesa e di tutte le persone che hanno a cuore il bene dell’intera umanità”. Termina così il messaggio che monsignor Vincenzo Paglia, in qualità di Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, ha voluto indirizzare al Comitato "Difendiamo i nostri figli" in occasione della manifestazione in difesa della famiglia e dei figli, prevista per il prossimo 20 giugno, ore 15:30 in piazza san Giovanni in Laterano a Roma. Un messaggio che invita a prendere le distanze con decisione dalla mentalità di questo mondo «che irrompe pericolosamente dentro le mura domestiche e impedisce che con pazienza e tenacia si formi una famiglia solida». I nostri figli hanno il diritto di essere sostenuti da una famiglia fondata seriamente sul matrimonio. Nella società si fa sempre più pericolosa la tentazione di vivere e crescere da soli, in una vita impostata solitaria, come se gli altri fossero avversari o nemici. E tutto diventa breve, rapidamente consumabile e fluido. Se il mondo sa costruire solo legami brevi, noi vogliamo una famiglia lunga! Se la società si fa liquida noi proponiamo una famiglia forte, salda, fondata sulla roccia del Vangelo e della Chiesa. È urgentissimo dare un segnale, il 20 giugno la manifestazione deve andare al cuore del problema. Attraverso l'ideologia del GENDER, si vuole sottrarre ai genitori l'educazione dei figli. Abbiamo dormito per troppo tempo.
Un'ideologia che sembra assumere vere e proprie vesti politiche fino ad insinuarsi gradualmente tra i banchi di scuola dei più piccoli. Una vera e propria propaganda sessuale mascherata da nobili fini. Ma cos'è in realtà il Gender?
L’ideologia “gender” e qual è il messaggio che si propone di diffondere tra i più piccoli al fine di “fondare una nuova società” e di sovvertire l’individuo attraverso lo scardinamento dell’identità sessuata della persona.
La questione del “genere” (o gender, in inglese) sembra oggi assumere vesti politiche fino a diventare una vera e propria ideologia. Qual è innanzitutto il messaggio che questa vuole diffondere nella società odierna. Infatti nel momento in cui “maschio” e “femmina” diventano irrilevanti e tutti possiamo decidere cosa vogliamo essere, ecco che anche le figure di “madre” e “padre” diventano totalmente irrilevanti, l’individuo diventa asessuato e indifferenziato, e la società si disumanizza. Questa ideologia viene purtroppo promossa dalle istituzioni sia a livello generale attraverso il Parlamento (il disegno di legge di Valeria Fedeli al Senato, che vuole rendere obbligatorio per tutte le scuole l’insegnamento del gender, ad esempio), sia a livello locale tramite le amministrazioni regionali e comunali (la modulistica scolastica e non solo dove le parole “padre” e “madre” sono state sostituite da “genitore 1” e “genitore 2”, i progetti per l’educazione all’affettività che entrano nelle scuole, quasi tutti intrisi dell’ideologia gender, i registri per le unioni civili che mirano ad equiparare le unioni tra persone dello stesso sesso con la famiglia naturale, e tutte le iniziative che tendono a scardinare la dimensione sessuata biologica di maschi e femmine). Il termine “genere” o “gender” ha pressoché sostituito ovunque nella comunicazione istituzionale il termine sesso: questo è molto grave e significa proprio che questa ideologia è portata avanti dalle istituzioni. Perché iniziare dai bambini? Iniziare dai bambini significa a tutti gli effetti fondare una nuova società. L’idea che sta dietro al fenomeno gender è proprio quello di sovvertire la società. Inculcare nelle menti dei bambini l’idea che possano scegliere cosa vogliono essere (se maschi, femmine o un altro dei 56 generi proposti ad esempio da Fecebook negli Stati Uniti).
Secondo la teoria del gender, l'umanità non è divisa tra maschi e femmine, ma l'umanità è fatta di individui che scelgono chi vogliono essere. Questa utopia dell'uguaglianza è anche quella che sta dietro l'eugenetica: se nessuno è malato, siamo tutti uguali, tutti sani.
tutti felici.
Il successo di questa omologazione è anche legato al crollo delle ideologie tradizionali, al riempimento di un vuoto dopo il crollo del muro di Berlino. Si introduce così il cambiamento di termini: parentalità invece di genitori, perché genitori sono padre e madre, invece parentalità è una parola strana; parole che cancellano la differenza sessuale e che vorrebbero dire che esistono solo dei nuclei sociali che possono assomigliare alla famiglia, indipendentemente dalla differenza sessuale.
La cosa grave è che le Nazioni Unite e, soprattutto, l'Unione Europea hanno sposato quest'ideologia del gender, come un'ideologia ugualitaria, quindi buona, quindi da proporre.
Chi fa esperienza della bellezza e della serenità che scaturisce da un matrimonio felice sa bene il valore che apporta alla società un legame stabile e fruttuoso. E un capitale sociale su cui investire attenzioni, riflessioni ed energie. Viviamo in una società che sembra aver smarrito la capacità di tessere e vivere legami e rapporti d’amore stabili, robusti, sulle cui spalle fondare storie di famiglie salde, capaci di accompagnare i più deboli, di educare figli, di sostenersi da anziani. La mentalità di questo mondo irrompe pericolosamente dentro le mura domestiche o impedisce che con pazienza e tenacia si formi una famiglia solida. Ma la Chiesa, che annuncia il Vangelo dell’amore misericordioso, ama gli uomini e le donne e per questo propone la vera bellezza della famiglia unita, stabile, aperta alla vita, all’amore per i nonni e per tutti coloro che, a casa, nel tempo della debolezza hanno bisogno di aiuto e di sostegno. Una famiglia ove le differenze sono sempre una ricchezza, un’opportunità e mai un ostacolo da eliminare.  Don Carlos Ferrara - Rettore del Santuario del Santissimo Soccorso di Caltagirone