La storia di Mawa, dal diniego alla protezione sussidiaria
- di Redazione Il Solidale
- 19 set 2018
- Migrantes 2.0
Questa è la storia di Mawa (nome inventato) arrivata in Italia per avere protezione. Il tribunale di Catania, a seguito di ricorso vero il diniego del riconoscimento di protezione riconosce la giovane donna la protezione sussidiaria in quanto il paese di provenienza tutela scarsamente diritti dei minori e delle donne e pertanto la giovane donna in caso di rientro correrebbe il fondato rischio di subire grave danno. Mawa non voleva fare l'infibulazione obbligata dal padre. L'unica cosa che voleva fare per salvare la sua vita, dignità e libertà è stata quella di scappare. Costretta a scappare ulteriormente per andare in alcuni Stati pericolosi. Mawa arrivata in Libia è stata venduta ad una signora servendola come schiava. Il marito della signora ha costretto a Mawa di salire su un barcone. Mawa non aveva mai visto il mare non sapeva nuotare e non sapeva neppure che l'acqua fosse salata. Due giorni su un barcone senza mangiare, bere e dormire. Adesso Mawa è salva
Francesco Bunetto