Migranti, "accordo Dublinanti": Ecco come funziona
- di Redazione Il Solidale
- 8 ott 2018
- CRONACA
Occorre innanzittutto spiegare chi sono i Dublinanti. «”Dublinanti”, li chiamano, con un neologismo italiano. “Dubliners”, in inglese. «Gente del Regolamento di Dublino», profughi che hanno attraversato l’Italia, in qualche caso (spesso) si sono rifatti una vita in Francia, in Olanda, in Svezia, e poi sono finiti impigliati nella rete Eurodac, la banca dati delle impronte digitali: rispediti indietro. Verso il primo Paese europeo dove sono approdati, e sono stati identificati, nella loro rotta di emigrazione. Sono stranieri registrati nei paesi in cui sono sbarcati - in questo caso l'Italia - e poi hanno raggiunto altre nazioni dell'Ue, soprattutto la Germania ma anche Francia, Austria, Belgio, Olanda dove hanno presentato domanda d'asilo. Il regolamento di Dublino stabilisce come gli Stati membri debbano comportarsi di fronte ai "criteri e i meccanismi di determinazione dello Stato membro competente per l'esame di una domanda di protezione internazionale presentata in uno degli Stati membri da un cittadino di un paese terzo o da un apolide". In tutto il 2018, però, la media di quelli rimandati in Italia è di 25 persone. Ad oggi non esiste alcun accordo ratificato a livello politico - prevede che i tedeschi possano rimandare nel nostro Paese, ogni mese, un gruppo di massimo 50 dublinanti su due aerei.I migranti vengono imbarcati su piccoli aerei che i tedeschi chiamano 'dedicati' sui quali sale, oltre agli stranieri, il personale delle forze di polizia. Allo stato attuale i voli sono programmati fino a fine novembre. Il Regolamento di Dublino prevede che gli Stati membri che intendono rimandare i migranti nel paese di primo approdo, hanno tempo 6 mesi per completare tutte le procedure. Se però, scaduti i 180 giorni, non è stato portato a termine l'iter per l'identificazione o lo straniero non si è presentato alla convocazione delle autorità, hanno l'obbligo di tenerli.
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