Razzismo, aggressioni contro i migranti
- di Redazione Il Solidale
- 26 nov 2018
- CRONACA
Il documento non ha l'intento di mostrare scientificamente o statisticamente nulla, ma di certo occorrerebbe già dai livelli istituzionali tenere atteggiamenti e usare linguaggi che non generino derive razziste».
A Palermo e provincia. Almeno a giudicare, ribadiamolo, dai casi finiti sotto i riflettori della cronaca. Si comincia il 17 giugno, con l’aggressione contro tre migranti al mercato di Ballarò: sono un ivoriano di 48 anni, un nigeriano di 32 e un ragazzo della Costa d’Avorio anche lui, ancora minorenne. Un’aggressione brutale, notturna: il bilancio è di un omero rotto e ferite lacerocontuse in testa, in faccia, sulle braccia. Passano pochi giorni, è il 19 giugno, e a diventare bersaglio è uno studente dell’istituto tecnico commerciale Ferrara, Lamin. Originario del Gambia, dove ha lasciato tutta la sua famiglia, vive ormai da anni in città e lavora come mediatore culturale. Quel pomeriggio di quasi estate due anziani residenti di via Cusmano, a pochi metri dalla centralissima via Libertà, gli lanciano dal balcone di casa alcuni pomodori. Ma prima di questi, c’erano stati gli insulti di tanti altri, i colpi di scopa, gli sputi in faccia.
A Partinico, è il turno del 19enne Khalifa, brutalmente picchiato mentre gira per le vie del paese in bicicletta. Dagli insulti alle botte, dalle urla agli schiaffi e ai pugni. E «sporco negro tornatene a casa tua» è ormai a tutti gli effetti il ritornello più gettonato di queste aggressioni estive. È sempre nei pressi di Partinico che avviene un altro drammatico episodio: è la notte di Ferragosto, in molti si riuniscono nei lidi per far festa.
A Ciammarita di Trappeto, dove ci sono anche sei minori stranieri, che vengono prima insultati e invitati ad andare via, poi spintonati e inseguiti fin sulla strada, dove di lì a poco passa a prenderli un pullmino per riportarli alla comunità in cui alloggiano. Ma la furia degli aggressori non si placa, armati di mazze inseguono con le proprie auto il loro mezzo, lo speronano costringendolo ad arrestare la corsa, fino a inseguire per le strade i ragazzi urlanti. Il giorno dopo ecco la denuncia ai carabinieri e, dopo alcune settimane, il fermo di sette persone, tra cui due donne.
L'Osservatorio contro le discriminazioni razziali Noureddine Adnane ha contato 14 casi di aggressioni a sfondo razzista a Palermo e provincia dall'inizio dell'anno - commenta la presidente Francesca Di Pasquale -.Le dinamiche delle aggressioni mostrano che da questo punto di vista sicuramente il nostro territorio è 'omologato' al resto del Paese.Ossia, mi pare che le aggressioni e il crescente clima di violenza siano anche qui il frutto delle politiche scellerate degli ultimi anni, che hanno alimentato l'odio verso l'altro per fini elettorali e calcoli politici». Una sorta di razzismo istituzionale, per così dire. Che trova facile appiglio soprattutto nelle maglie più fragili del tessuto sociale di ogni città. Palermo inclusa. «Spesso il razzismo si manifesta con più facilità in contesti di degrado sociale e povertà - aggiunge Di Pasquale -.E nel nostro territorio non mancano». È pure vero, però, che i migliori esempi di integrazione e accoglienza vengono proprio da quei quartieri che a Palermo stanno affrontando un radicale processo di cambiamento, malgrado qualcuno continui ad affibbigliargli le solite vecchie etichette. A cominciare proprio da Ballarò, cuore pulsante dell’integrazione in città.
Redazione