Rems di Santo Pietro: in carcere 29enne di Licata
- di Redazione Il Solidale
- 30 ago 2015
- CRONACA
Caltagirone. È di tentato omicidio l’accusa formulata dai magistrati di Caltagirone nei confronti di Vincenzo Guttadauro, 29enne di Licata (Agrigento), da qualche tempo ospite della Rems di Bosco Santo Pietro, la struttura che nel borgo rurale provvede alla esecuzione delle misure di sicurezza sanitaria. L’uomo, il 23 agosto scorso, aveva aggredito un infermiere procurandogli un trauma cranico, curato con un undici punti di sutura, e la frattura di una mano.
In quel torrido giorno, il licatese era andato in escandescenze mettendo a soqquadro i locali che ospitano la cucina della Rems. Un infermiere, intervenuto per cercare di riportarlo alla calma, ne ha poi subito le conseguenze peggiori. Vincenzo Guttadauro, infatti, aveva distrutto una sedia con inaudita violenza prendendone una parte, da cui sporgeva una grossa vite, per utilizzarla come un randello dopo essersi liberato nonostante il personale sanitario fosse riuscito a bloccarlo. L’ospite, sfuggito alla presa ed afferrato il legno, si è poi messo all’inseguimento del malcapitato sul quale si era avventato colpendolo ripetutamente. Sul posto era intervenuta una “volante” della Polizia, allertata dallo stesso personale della struttura, che ha poi curato le indagini.
L’autorità giudiziaria della Procura di Caltagirone ha emesso una ordinanza di applicazione di custodia cautelare in carcere, eseguita ieri mattina dagli agenti della Polizia di Stato. Espletate le formalità di rito, Vincenzo Guttadauro è stato rinchiuso nel penitenziario calatino di contrada Noce.
Quello della settimana scorsa è l’ultimo, e più grave, dei casi di aggressione avvenuti all’interno della “residenza” che ha registrato anche diverse evasioni destando negli abitanti del borgo rurale non poche preoccupazioni. La Rems, attivata il 30 aprile, non è presidiata da agenti di polizia penitenziaria. Solo nel mese di agosto sono stati registrati altri due episodi di violenza: una infermiera avrebbe preso uno schiaffo da un degente mentre un “vigilantes” privato avrebbe riportato un trauma distorsivo ad un dito della mano sinistra.
Gli infortuni “sul lavoro” del personale in servizio e le condizioni di disagio che chi vi lavora deve patire quotidianamente sono stati messi all’indice da sindacati ed abitanti. I carabinieri, invece, hanno recentemente effettuato una ispezione per comprendere e verificare le responsabilità nelle frequenti “evasioni” dal centro che si prefigge di riabilitare gli ex internati di quelli che furono gli ospedali psichiatrici giudiziari. Alfonso Magno