San Michele . Ancora una volta San Michele di Ganzaria si è rivelata punto di riferimento per il movimento musicale del Calatino e non solo. Dopo il recente successo della “Festa della Musica 2015” promossa dai ragazzi dell’Arci Janzaria, adesso un nuovo evento musicale ha avuto notevole successo, richiamando nel piccolo centro sia artisti di valore che un’ampia mole di pubblico proveniente da ogni angolo della provincia etnea. E per essere solo alla sua prima edizione, possiamo dire che per l’evento “Live Music groups” è andata fin troppo bene, oltre le più rosee previsioni della vigilia. Alla serata, infatti, hanno partecipato cinque gruppi musicali, per un totale di quasi trenta artisti, alcuni dei quali molto giovani. Le band, composte da artisti di San Michele, Caltagirone, Piazza Armerina, Catania, Paternò, Aidone e Mirabella Imbaccari, si sono alternate sul palco proponendo il proprio genere musicale di riferimento. La serata è stata aperta dalla “Calatina Band”, che si è presentata alla platea con ricco un repertorio di canzoni Pop dagli anni ’60 ad oggi, e a seguire dai “Vintage Group”, che hanno riproposto cover dei Dire Straits. Gli altri tre gruppi sono stati i “Gianturema” con pop moderno, i “The Sunday”, che hanno fatto ballare il pubblico di piazza Garibaldi con canzoni dei Tinturia e di Roy Paci, ed infine i rockettari dei “Jam Session Band”. “Il live che abbiamo organizzato – spiegano i promotori Mimmo Ribelle e Vincenzo Masi – si è prefissato di valorizzare la musica dal vivo. Con questa kermesse molti giovani hanno avuto la possibilità di farsi conoscere e apprezzare dal pubblico. Questo territorio è ricco di talenti musicali”. Ecco i nomi di tutti i musicisti della serata: Totò Campo, Totino Crocifisso, Aldo Palazzo, Salvo Cormagi, Salvo Bonura, Giuseppe Messina, Marcello Pezzino, Santo Destefano, Carmelo Coniglione, Franco Maglione, Gianni Di Pasquale, Salvatore Randazzo, Emanuele Bunetto, Daniele Iannizzotto, Cristiano Millia, Roberto La Monica, Andrea Farina, Emiliano Baldo e Massimo Monterosso. Martino Geraci