Naeem: "Una volta aiutavo i rifugiati e ora sono un rifugiato"

  • di Redazione Il Solidale
  • 14 mar 2019
  • Migrantes 2.0

Naeem: "Una volta aiutavo i rifugiati e ora sono un rifugiato"

"Once i stand for refugee and now i stand as refugee".
My name is Naeem Abdul Rehman I am from india a successful businessman. I had completed mu education from USA and also worked in USA for six years. I was an active member of NGO (SACH) Social Activies For Communal Harmony. We use to save kids from child trafficking and Child Sex racket. While resolving this cases I had got evidence against some big politicians and police officials who were involved in it. I have got threatening also my shop was burned still I was working on it. Finally I was kidnapped and beaten brutally. Some how I got escaped from them and reached home. I was informed not to do police complain but my wife had already file a missing complain. I tried to change the place but came there also. My wife was also attacked. Then finally somehow I leave the country for my family safety. Now we are in Italy from last 10 months. Some how we are trying to start new life but it is not easy for my family and me. Cause when you have to leave the healthy life and strart from zero. A person who himself use to give charities to other now have to take charity. My wife is still in traum and we can’t believe that we are living a life of refugee.

TRADUZIONE ITALIANO:

Una volta aiutavo i rifugiati e ora sono un rifugiato.

Mi chiamo Naeem Abdul Rehman. Sono indiano ed ero un uomo d'affari di successo. Avevo completato la mia formazione negli USA e ho lavorato anche negli Stati Uniti per sei anni. Ero un membro attivo di ONG (SACH) Social Activies For Communal Harmony.
E’ una associazione che salva i bambini dalla tratta e dagli abusi sessuali sui minori. Durante la risoluzione di questi casi ho avuto prove contro alcuni grandi politici e funzionari di polizia che sono stati coinvolti in esso. Sono stato minacciato anche nel mio negozio il quale è stato bruciato. Un giorno sono stato rapito e picchiato brutalmente. Non so come sono riuscito a scappare da loro e sono arrivato a casa. Sono stato informato di non lamentarmi della polizia, ma mia moglie aveva già presentato una denuncia per la mia scomparsa. Ho provato a cambiare casa ma mi trovavano sempre.
Anche mia moglie è stata maltrattata. Poi finalmente, in qualche modo, lascio il mo paese per la sicurezza della mia famiglia. Ora siamo in Italia da 10 mesi. Adesso stiamo cercando di iniziare una nuova vita, ma non è facile per me e la mia famiglia. Perché devi lasciare la tua vita e ricominciare da zero. Una persona come me che prima aiutava chi era in difficoltà adesso deve chiedere aiuto. Mia moglie è ancora turbata e non possiamo credere che stiamo vivendo una vita da rifugiati.

Naeem