Comunicato INPS, le scuse dell'ente previdenziale

  • di Redazione Il Solidale
  • 19 apr 2019
  • LAVORO

Comunicato INPS, le scuse dell'ente previdenziale

Reddito di cittadinanza, l’INPS ha pubblicato un comunicato stampa con nuovi dati sulle domande presentate contenente tra l’altro le scuse sulla vicenda che ha interessato la propria pagina Facebook.

È con il comunicato del 18 aprile 2019 che il Presidente Tridico fa chiarezza sulle ultime notizie relative al reddito di cittadinanza.

Innanzitutto, il nuovo presidente INPS ha deciso di chiedere scusa per le ultime risposte date dalla pagina Facebook “Inps per la famiglia”, che secondo molti cittadini avrebbe esagerato nel dare un certo tipo di risposte a domande poste dagli utenti:

Il Presidente Tridico, inoltre, è tornato sugli ultimi dati ufficiali dell’Istituto di previdenza, evidenziando come siano girate in queste ultime giornate notizie false e prive di ogni fondamento.

Reddito di cittadinanza 2019, comunicato ufficiale INPS: scuse per il comportamento della pagina Facebook “Inps per la famiglia” e nuovi dati ufficiali con importi e domande presentate

Ecco il testo ufficiale del comunicato diramato dall’INPS con le ultime dichiarazioni del presidente Tridico in materia di reddito di cittadinanza:

Inps si scusa per alcuni toni utilizzati per la gestione della pagina Facebook Inps per la Famiglia, che non rispecchiano i valori e la missione dell’Istituto.

Obiettivo di Inps, e della Pubblica Amministrazione in generale, deve essere quello di creare un dialogo costante e trasparente per avvicinarsi ai cittadini.

L’Istituto comprende il disappunto che la vicenda può aver creato. Pertanto, s’impegna a predisporre il necessario affinché quanto accaduto non si possa ripetere in futuro.

Al tempo stesso voglio precisare che stanno girando molti post assolutamente falsi, cui non prestare fede.

Sostenere le famiglie in difficoltà puntando all’inclusione sociale ed al reinserimento lavorativo: questo l’obiettivo del Reddito di Cittadinanzae della Pensione di Cittadinanza.

Abbiamo già elaborato l’85% delle istanze; ne sono state accolte il 72%, 27% respinte ed 1% in evidenza perché è necessaria un’ulteriore attività istruttoria.

Delle domande residue, circa 44mila saranno definite entro questa settimana.

Le ulteriori 80mila sono domande presentate insieme al modello Rdc/Com per comunicare la variazione di redditi da attività lavorativa rispetto all’Isee, che saranno lavorate entro la fine del mese di aprile.

Stimando che anche per le istanze in evidenza si confermi una percentuale di accoglimento analoga a quella delle pratiche già definite e che la percentuale di accoglimento delle pratiche presentate insieme al modello Rdc/Com sia più alta, ritengo ragionevole una stima complessiva delle istanze accolte intorno al 75%.

Ho letto di una cittadina che afferma che sarebbe stata ammessa al Reddito di Cittadinanza per ricevere un sussidio di importo inferiore a quello che riceveva per il ReI.

Stiamo eseguendo tutte le necessarie verifiche, ma l’ipotesi in questione è veramente remota, essendo il RdC una misura più generosa del ReI.

In ogni caso è evidente che, ove mai un caso del genere dovesse verificarsi, al cittadino che non aveva terminato la fruizione del ReI, sarà assicurato il trattamento più favorevole.

Per informazioni è possibile chiamare il contact center dell’Istituto al numero 803.164, gratuito da telefono fisso, o al numero 06.164.164 da cellulare (a pagamento in base alla tariffa applicata dai diversi gestori).

Inoltre, è disponibile on-line il servizio per la consultazione delle domande di Reddito di Cittadinanza e Pensione di Cittadinanza presentate presso gli sportelli di Poste Italiane, i CAF o tramite SPID sul sito del Reddito di Cittadinanza.

Per informazioni sulle proprie situazioni specifiche invito a non usare i canali social dell’Istituto, che devono rispondere solo a commenti inerenti agli aspetti tecnici generali delle prestazioni erogate da Inps.

In particolare, la normativa vigente prevede che:

il datore di lavoro è tenuto alla restituzione dell’incentivo fruito maggiorato delle sanzioni civili di cui all’articolo 116, comma 8, lettera a), della legge 23 dicembre 2000, n. 388, salvo che il licenziamento avvenga per giusta causa o per giustificato motivo

Ma che cosa succede se si licenzia il lavoratore? Al momento la norma non fornisce alcuna indicazione in questo senso, salvo alcune ipotesi già avanzate dai tecnici in merito alla possibilità della riparametrizzazione del bonus.

Per tutti i lettori che intendono sottoporre le proprie domande o che hanno bisogno di confrontarsi sulle tematiche relative al reddito di cittadinanza oppure alla pensione di cittadinanza ricordiamo che è possibile iscriversi al nostro gruppo Facebook Informazione Fiscale.

Redazione