Raddusa, mostra sulla Divisione Fantasma

  • di Redazione Il Solidale
  • 1 mag 2019
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Raddusa, mostra sulla Divisione Fantasma

Dopo avere raccolto i più lusinghieri consensi del numeroso pubblico che l’ha visitata, presso il padiglione E4 del Centro Fieristico “Le Ciminiere” di Catania, la mostra fotografica dal titolo “Divisione Fantasma”, ideata, realizzata e curata dai fotografi Tiziana Gatto e Rosario Vicino, approda a Raddusa. Sarà esposta nella sala principale del Centro Polifunzionale “Papa Giovanni Paolo II°”; sarà inaugurata il 03 maggio e chiuderà i battenti il 19 maggio. Alla cerimonia inaugurale è prevista la presenza del Vice Presidente Nazionale, per la sezione Sud Italia, dell’Associazione Historica XX° Secolo, dott. Marco Garofalo il quale, insieme ai due noti fotografi, ha rispolverato la storia della “Battaglia di Gela”, una delle prime fasi dell’Operazione Husky, svoltasi dal 10 al 12 luglio del 1943, nel corso della quale si affrontarono gli americani della 1^ Divisione di Fanteria guidati dal Gen. Allen e le truppe dell’Asse costituita: dalla 6^ Armata della italo-tedesca “Divisione Livorno”, rispettivamente guidate dal Gen. Domenico Chirieleison e dal tedesco Hermann Goering. Le 40 e più fotografie che saranno esposte ricostruiscono fedelmente le vicende storiche che si svolsero tra il 10 e il 12 luglio del 1943 nella piana di Gela dove si affrontarono gli Americani e le forze dell’Asse che subirono la disastrosa sconfitta nel corso della quale persero la vita ben 197 giovani italiani immolatisi per opporre la più strenua resistenza alle superiori truppe Statunitensi sbarcate il giorno precedente sulle coste siciliane, che insistono tra la Punta Due Rocche e Punta Zafaglione, con l’obiettivo di occupare Gela cosa che gli riuscì appunto nel pomeriggio del 12 luglio.

“Nel nostro lavoro - hanno detto i fotografi Tiziana Gatto e Rosario Vicino, che hanno realizzato le foto – non viene esaltata la guerra e non c’è alcun fine politico. L’unica finalità è quella di ricordare le gesta di quei soldati che immolarono la propria vita per la Patria. Ci si occupa, col massimo rigore, solo della ricostruzione storica che parte dall’analisi dei documenti e arriva allo studio del territorio in cui si svolsero i fatti”.

Francesco Grassia